Lui, Michele Sbrana, quelle montagne le conosce bene. Ci porta la gente a camminare. Dove adesso per una settimana vengono a raccolta Erri De Luca, Mauro Corona, Reinhold Messner, lui ci va prima da solo, per diventarne amico. E poi con chi trova piacere nell’ascoltare lo scricchiolio delle foglie calpestate dagli scarponi, nell’odore del muschio bagnato dopo un temporale estivo, nell’abbeverarsi a una sorgente tra le rocce, nel sorprendere il passaggio silenzioso di un capriolo. Siamo in Trentino, che dal 30 aprile al 10 maggio 2015 si accenderà per il Trento Film Festival, la rassegna cinematografica della montagna perfetta, del camminatore perfetto, dell’alpinista perfetto. Sono 115 i film tra lunghi e corti, programmati e replicati in quatto sale. Fari puntati su Valley Uprising di Nick Rosen, la celebrazione dell’epopea della valle di Yosemite, scoperta dai pionieri del climbing negli anni Sessanta. Sarà ricordato anche Walter Bonatti, di cui ne abbiamo già parlato in Walk Eat Love, con Grimpeurs, la ricostruzione dei fatti del Pilone Centrale del Freney sul Monte Bianco.
Si accennava agli ospiti: Erri De Luca e Mauro Corona presenteranno un’opera intimista, Alberi che camminano, film di Mattia Colombo sul ruolo e il valore simbolico del legno, dalle montagne del Trentino ai porti del Mediterraneo. Nives Meroi, alpinista, ha riservato per il pubblico del Festival l’anteprima del suo nuovo libro: Non ti farò aspettare. Ci sarà spazio anche per la scrittura dell’esploratore e geografo Franco Michieli, del giornalista e scrittore Beppe Severgnini, di Arno Camenisch, Francesca Melandri, Giacomo Sartori, Antonio Bortoluzzi, Brando Quilici, Enrico Brizzi, nell’ambito della rassegna MontagnaLibri.
Da queste parti cento anni fa si combatteva la guerra, quella in cui ci si ammazzava anche di fatica per conquistare pochi metri di un cammino che, comunque sarebbe andata, avrebbe portato sul Golgota della crocifissione. Lassù, sul Monte Pasubio, dove Michele porterà la gente a camminare dal 22 al 26 luglio 2015, il tempo si è fermato: la montagna con i suoi camminamenti, trincee e fortini, capolavori ingegneristici dell’epoca, è la stessa che vedevano i soldati. Manca solo l’odore della polvere da sparo. In realtà, l’anima è cambiata: «Il territorio è stato depredato – spiega Michele – e la natura in segno di ribellione ha deciso di non rinascere. Credo che non si fidi più di noi».
Questo è un trekking dalle emozioni contrastanti sia per gli occhi sia per il cuore: «Ti trovi in una situazione quasi lunare: pur essendo a 2.000 metri, intorno a te non c’è un albero ma solo sassi, piccoli e grandi, buttati lì, sul terreno. Pian piano, però, allontanandoci dai campi di battaglia arriviamo su una cresta al centro dell’altopiano e su un confine immaginario, dove i colpi non riuscivano ad arrivare. E magicamente la vegetazione fa capolino. Cento metri prima la natura vuole che ricordiamo, ma poi decide di darci un’altra possibilità e si apre a noi concedendoci sentieri immersi nel bosco fino al secondo rifugio». La sensazione è di fare due itinerari diversi: «Un viaggio a piedi del genere va vissuto con rispetto e nella gioia di vivere: non cammino dietro a un carro ma davanti, come segno che è possibile cambiare».
La montagna per Michele è anche camminare ai piedi dei massicci del Sassolungo e del Sassopiatto (29 luglio – 1 agosto 2015), dove rumore, macchine e frenesia del nostro vivere non sono ben accetti. «Qui c’è spazio per stupore, meraviglia, gioia nelle piccole cose, nei gesti e nello stare insieme – preannuncia Michele – e con una media fatica lungo tappe relativamente brevi, vediamo i principali gruppi montuosi dell’arco Alpino della Val di Fiemme e la Val di Siusi, nelle Dolomiti».
RIFERIMENTI:
Camminamenti, trincee e fortini: Monte Pasubio – 22-25 luglio 2015
Dolomiti del Sassolungo: Alta via dei Ladini, Val di Fiemme – 29 luglio – 1 agosto 2015