Per un anno senza zucchero. Così cambia la vita

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Per un anno senza zucchero. Così cambia la vita

Cosa succederebbe se per un anno smettessimo di mangiare zucchero? Non solo quello bianco, sia esso in zollette o in granelli, ma tutti gli alimenti che lo contengono in tutte le sue declinazioni, dal fruttosio allo sciroppo di mais, dallo sciroppo d’acero al miele, dalla melassa al succo di canna, passando naturalmente per i dolcificanti artificiali. Ebbene la prova non è stata compiuta da una sola persona, ma da una intera famiglia: mamma, papà e due figlie. La storia risale a un anno fa e ne è stato tratto anche un libro, edito nel solo mercato statunitense. Quello che ci interessa sapere è se a distanza di un anno è cambiato qualcosa nelle abitudini alimentari. Si è trattato solo di un esperimento, utile magari per trarne qualche quattrino, o l’esperienza ha lasciato il segno? Andiamo per ordine.

Eva Schaub ha deciso di mettere in discussione la sua consolidata e pigra cultura alimentare dopo aver preso consapevolezza «con preoccupazione» della presenza dello zucchero in quasi tutti gli alimenti che la circondavano. Da qui l’idea di cambiare e di scoprire «se fosse possibile farlo senza essere infelice». Non cercava di dimagrire e non ne aveva bisogno. Il marito ha subito detto sì, ma come metterla con Greta e Ilsa, 6 e 11 anni? «Sapevamo che i compleanni, gli incontri tra amici, il Natale – ricorda – sarebbero stati completamente diversi. Come ogni genitore l’ultima cosa che volevo era far piangere le mie figlie!».

Il primo scoglio è stato superare il primo giorno. La più piccola si è dimostrata «incredibilmente flessibile» mentre per la più grande è stato necessario tenere un diario per far uscire le sensazioni contrastanti. «Sapevo – aveva previsto la mamma – che ci sarebbero state un sacco di volte in cui si sarebbe arrabbiata con me ma senza volermene parlare» e quello era un buon modo per sfogarsi. La strada è stata poi in discesa. Giorno dopo giorno il cambiamento ha iniziato a cristallizzarsi, e non solo nell’aspetto fisico: «Le cose dolci, prima molto appetitose, hanno cominciato ad avere un gusto diverso per noi, risultando stucchevoli verso l’autunno e alla fine quasi disgustose. Ci siamo sentiti più sani, ci siamo ammalati di meno, anche i raffreddori sono stati più lievi e siamo guariti più in fretta. I miei bambini hanno perso molti meno giorni di scuola».

E adesso? Il nuovo primo scoglio è stato superare il primo giorno senza regole. A parte il gesto simbolico di consumare qualcosa di dolce allo scoccare della mezzanotte, «la prima volta che con le bambine siamo andate al supermercato, non avevo pensato a cosa fosse giusto comprare». A distanza di tempo «abbiamo trovato un nostro equilibrio, una via di mezzo, ma sicuramente abbiamo mantenuto un palato più raffinato e un gusto più sensibile al dolce. Ero una persona che amava grosse fette di torta mentre adesso preferirei piuttosto un delicato sorbetto di frutta. Adesso quando vogliamo un dessert, lo scegliamo piccolo e molto speciale, ma lo mangiamo una volta ogni tanto». Ma soprattutto pensa adesso «che non sia giusto che questa sostanza, che non è per nulla innocua, sia così diffusa nei nostri cibi senza che la maggioranza di noi sappia che ci sia».

Tra Terra e Cielo
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Abbiamo la convinzione che il cambiamento del pianeta nasca all’interno di ognuno di noi, dall’attenzione che poniamo al cibo che scegliamo, dalla qualità delle relazioni che intratteniamo con il mondo esterno e con noi stessi/e, dal tipo di benessere che ci doniamo.

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