Sparirà per 7 anni. Un po’ come facevano i viaggiatori dell’antica Grecia, i mercanti veneziani e gli antichi marinai. Questa è la storia di Paul Salopek, 51 anni, due premi Pulitzer nel cassetto di casa, da qualche settimana sulle tracce dei nostri primi antenati. Si è messo in cammino all’inizio di quest’anno dal villaggio di Herto Bouri nell’Etiopia, sulle tracce degli uomini che lasciarono l’Africa ai tempi della preistoria e in poche migliaia di anni riuscirono a colonizzare l’intero pianeta. La destinazione finale è la Patagonia argentina, alla punta più meridionale dell’America del Sud: ci arriverà nel 2020, quando di anni ne avrà 58.
Nonostante il lungo percorso, il suo è un viaggio leggero. Nello zaino ha messo un cambio d’abito, qualche medicina per l’imprevidibilità di attraversare quattro continenti, cibo e acqua per nutrirsi, carta e matita per fare il suo lavoro, un computer portatile per aggiornare il suo blog. La velocità del cammino? Cinque chilometri all’ora.
Nel corso del cammino si aggiungono pastori nomadi e giornalisti disoccupati, lavoratori dei pozzi di petrolio in vacanza e soldati in congedo, quelli che Salopek, 35 chilometri al giorno, definisce “una finestra sulla comunità in cui vivono“. Ma quali sono le ragioni che lo hanno spinto a imbarcarsi nel progetto che ha chiamato Out of Eden Walk? “Per rallentare. Per pensare. Per scrivere“.
Paul Salopek è fellow della National Geographic Society, che finanzia il suo viaggio assieme alla Knight Foundation. Per seguire e commentare il viaggio di Paul Salopek visitate il sito outofedenwalk.nationalgeographic.com