Capodanno in Puglia per vedere la prima alba dell’anno

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Capodanno in Puglia per vedere la prima alba dell’anno

Se ci si sveglia prima dell’alba, la ricompensa è un orizzonte speciale con il sole che spunta dall’altra parte del Canale, sopra le terre a Oriente. Sì, perché la prima alba dell’anno in Italia sorge a Punta Palascia. Siamo vicini ai Balcani e due sponde diverse dello stesso mare si destano in contemporanea. Nel segno dell’incontro fra due popoli si sviluppa il viaggio a piedi da Torre Sant’Andrea fino ai ruderi silenziosi dell’Abbazia di San Nicola di Casole nel cuore del Salento, passando per la Valle dell’Idro con i suoi segreti millenari custoditi da cripte e affreschi e la Valle dei Cervi a Porto Badisco con le sue pitture preistoriche. Sapori tipici, agriturismi e masserie completano il viaggio nel tempo.
 

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La guida Totò Inguscio dice che…

camminare di notte è emozionante ed è un’esperienza che auguro e consiglio a tutti. È un modo divertente e salutare accogliere il nuovo anno nell’armonia della notte, senza il frastuono che tanto spaventa gli animali, domestici e selvatici. Ed è anche un invito a uscire dai soliti schemi.

Il cammino con Le Vie dei Canti
2 – 7 gennaio 2014 (II gruppo)

Si cammina su piste, sentieri e sabbia il primo giorno, con dislivelli inferiori a 100 metri.

Chi ci accoglie

Cripte, affreschi, incisioni rupestri, patrimonio storico-artistico della regione;
Frantoi ipogei in ricordo dell’originaria vocazione agricola;
Il faro di Capodanno, posizionato su una ripida scogliera a picco sul mare;
Un castello e due condottieri;
Pastori, massari, contadini e un falconiere;
Storie di pescatori, turchi, martiri, torrieri e un guardiano del faro

I sapori

Ciciri e tria (ceci con pasta fritta); sagne ‘ncannulate (fettuccine larghe e arrotolate); panzerotti di patate; pittule (pasta di pane fritta); friselle; melanzane e zucchine (alla griglia o alla parmigiana); ricotta scante (piccante da spalmare); puccette (panini con le olive).
 

PRIMA DI PARTIRE

Da leggere

Ricomincio da Sud, Lino Patruno, Rubbettino Editore.

Sapevate che a Ginosa, piccolo centro in provincia di Taranto, la sartoria di Angelo Inglese (un nome, un destino) confeziona le camicie per il principe William? E che a Reggio Calabria si costruiscono i locomotori degli Etr 500 (i treni ad alta velocità che però, ironia della sorte, percorrono solo le strade ferrate del Nord)? O che il mouse che usate, e che con ogni probabilità è un Logitech, è stato costruito in Abruzzo? Sapevate che la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici si chiama 3Sun e sorge sulle pendici dell’Etna? E che il famoso cornetto Algida che mangerete quest’estate è stato certamente prodotto a Caivano in provincia di Napoli nel più grande stabilimento per la produzione di gelati? Si potrebbe continuare a lungo ma per ulteriori dettagli e curiosità preferiamo rinviare al libro che Lino Patruno, già direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, ha scritto per Rubbettino. Si intitola Ricomincio da Sud. È qui il futuro dell’Italia ed è un interessante pamphlet utile ad andare oltre i classici stereotipi del Sud accattone e parassita, palla al piede di un’Italia produttiva che senza Sud starebbe nel gotha dei paesi dall’economia solida e affidabile. Un libro che aiuta a comprendere che è invece a Sud che si gioca il futuro dell’Italia perché, in fondo, senza il Sud, neanche il Nord sarebbe quello che è.

Da vedere

Mine vaganti (2010) di Ferzan Özpetek.
Il motivo di questa scelta è semplice: l’inizio del film. Il richiamo al viaggio Le Vie dei Canti è evidente. Chi ha già partecipato farà un tuffo nella memoria. Chi non l’ha ancora fatto, saprà ciò che lo aspetta.
Per il resto, il film affronta il tema della famiglia, raccontato attraverso le vicende di un clan familiare nel Salento. Utilizzando il genere della commedia, Özpetek traccia il ritratto di una famiglia meridionale contemporanea, considerata come un nucleo di mine vaganti, cercando di far cadere una serie di luoghi comuni molto radicati nella società italiana.

 

www.viedeicanti.it

Tra Terra e Cielo
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Abbiamo la convinzione che il cambiamento del pianeta nasca all’interno di ognuno di noi, dall’attenzione che poniamo al cibo che scegliamo, dalla qualità delle relazioni che intratteniamo con il mondo esterno e con noi stessi/e, dal tipo di benessere che ci doniamo.

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