Esiste un’alternativa alla piscina di cloro?
Ovviamente sì, sono le cosiddette biopiscine o piscine naturali. Anno dopo anno si moltiplicano e guadagnano spazio in Europa e nel mondo. Basta dare un’attenta occhiata in Svizzera e nel Nord Europa o, per non spingersi troppo lontano, perlustrare alcune zone del Trentino Alto Adige e della Toscana.
Quali sono i segreti?
Sono due, e neanche troppo segreti. Innanzitutto evitare l’utilizzo di strutture di calcestruzzo e, in seconda battuta, cambiare i metodi di depurazione dell’acqua. Ma, specifichiamolo subito, occorre rivolgersi a esperti del settore. I bioarchitetti, ad esempio.
Quale struttura scegliere?
Dopo gli scavi è preferibile scegliere il caucciù per la creazione di uno strato impermeabile. Occorre quindi ricoprire la guaina con ghiaia lavata e inserire la pompa per il riciclo dell’acqua. Accanto a questa vanno scelte con cura le piante acquatiche capaci di filtrare sostanze inquinanti e assorbire i composti organici tossici e i metalli pesanti. Un suggerimento? Ninfee, iris, tife e fiori di loto. Nascerà così un vero e proprio giardino d’acqua in cui nuotare.
Quali i vantaggi per l’ambiente?
Per prima cosa non sarà inferto alcun danno agli organismi che vivono nel terreno circostante. L’ecosistema realizzato sarà in equilibrio con la natura circostante e in grado di rigenerarsi secondo i ritmi naturali. E c’è anche un vantaggio: non occorre coprire la piscina d’inverno o svuotare il bacino ogni anno. Basta solo controllare le pompe e la pulizia del terreno e delle piante.