I Maya e la fine del mondo, affari d’oro

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I Maya e la fine del mondo, affari d’oro

La profezia dei Maya, secondo cui il mondo collasserebbe il 21 dicembre, è anche un business. Non ci credete? E allora perché l’azienda svizzera Notvorrat 24 vende kit per la sopravvivenza? Acqua, fornelli a gas e cibo a lunga conservazione. L’emergenza è il suo pane quotidiano. Spiega Raphael Scalise, direttore della società elvetica: “Vendiamo prodotti destinati a resistere quando non ci saranno più l’acqua potabile e l’elettricità”.

E che dire dell’aumento delle vendite di bunker e rifugi blindati? Sono comparse addirittura richieste di sottomarini e in alcuni casi di realizzazione di stanze del panico da installare dentro casa.

Come non citare Bugarach, piccolo villaggio di meno di 200 abitanti a sud della Francia, nella regione della Linguadoca-Rossiglione? Si tratta dell’unico posto che scamperebbe alla distruzione della Terra. E a dimostrazione del seguito che sta ricevendo, ci sono i tanti biglietti aerei staccati per il giorno del disastro. Il quotidiano Le Monde riferisce di una mobilitazione senza precedenti delle forze dell’ordine per scongiurare un’invasione biblica. Mai i catastrofisti non si danno per vinti e hanno già organizzato laboratori di preghiera e di meditazione.

Poi c’è una produzione editoriale senza precedenti ovvero i tanti libri venduti sull’argomento. C’è chi prova a dare un taglio scientifico ai propri lavori spiegando i motivi per cui la vita sulla Terra avrebbe i giorni contati. Ma la maggior parte degli autori promette di sussurrare le dritte decisive per sopravvivere a questa sciagura.

C’è chi vede in questa profezia un’occasione di marketing. Un gruppo di concessionari canadesi della General Motors regala l’auto comprata (da scegliere fra i modelli Buick, Chevrolet, Cadillac) se la predizione si avvererà. Sul sito della società è presente in bell’evidenza la scritta “Evento Liquidazione per Fine del Mondo” con tanto di timer del conto alla rovescia espresso in giorni, ore, minuti e secondi: ‘‘Se il mondo finisce, non si paga!’’.

Per il Cicap (Comitato italiano controllo affermazioni sul paranormale), siamo davanti a una perdita di tempo. A suo dire non c’è alcun fondamento scientifico sulla fine del mondo. Tutto questo gran vociare non sarebbe altro che una montatura ad arte. Dello stesso parere anche la Nasa, secondo cui non ci sarà alcun asteroide Nibiru che si abbatterà sulla Terra. L’armageddon è ancora lontano.

A non credere che il ciclo di 5.125 anni previsto dal calendario Maya coincida con la fine del mondo è il governo russo. A sorprendere, tuttavia, è la decisione di procedere a un annuncio pubblico di rassicurazione dei cittadini: “Non abbiamo notato alcun indizio nell’ambiente che possa far pensare alla fine del mondo”. E poi c’è una locale agenzia di stampa che ha portato alla luce il traffico di migliori vite future vendute al costo di 500 rubli. A fare da intermediaria, per i russi ortodossi, sarebbe una presunta chiesa localizzata ad Assisi.

Ma c’è qualcuno che ha già festeggiato il Capodanno 2013 beffando i Maya e le loro presunte profezie. Chi? I pisani.

 

Tra Terra e Cielo
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