C’è la crisi? Ecco il viaggio a piedi ideale

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C’è la crisi? Ecco il viaggio a piedi ideale

Ha dovuto abbandonare la sua inseparabile tenda per cercare ospitalità in un piccolo albergo arroccato sulle coste della Cornovaglia. Difficile farla franca contro una pioggia battente anche per chi, come Valentina Scaglia, guida Vie dei Canti, ha percorso in lungo e in largo buona parte di questo mondo. In questa singolare notte d’estate, ci racconta i tanti passi percorsi, la sua natura nomade e polivalente, e le sfide che ha lanciato. A partire dal primo viaggio a piedi in Val Trebbia.

Guida, giornalista, esperta di astronomia, chi è veramente Valentina Scaglia?
Negli ultimi anni ho viaggiato e camminato sempre di più dedicandomi a percorsi esplorativi e fuori dalle rotte comuni. Prima, invece, esercitavo la professione di giornalista a tempo pieno e con maggior continuità. Non ho però abbandonato questa attività che coltivo con collaborazioni da freelance”.

Questo cambiamento di direzione è stato casuale o rappresenta una precisa scelta di vita?
La mia è anche una ricerca personale. Se prima conducevo una vita più regolare con orari predefiniti, adesso le mie giornate sono più movimentate e mi consentono una maggiore possibilità espressiva. E ovviamente mi permettono di inseguire i tanti sogni cullati nel passato”.

Qual è stato il tuo primo viaggio a piedi?
Quello più significativo è stato la traversata in Islanda. E’ stato un viaggio importante perché mi ha dischiuso la possibilità di fare esperienze simili in posti altrettanto selvaggi. In seguito mi sono messa alla prova in luoghi particolarmente disabitati. In particolare ho visitato per circa una settimana l’Orsomarso, in Calabria, la zona non d’alta quota più spopolata d’Italia, il Supramonte, in Sardegna, e larghe parti dell’Appennino. Da tutte queste esperienze è nato il progetto A piedi nell’Italia del silenzio”.

Quali sono i percorsi che prediligi?
Sono specializzata in quelli di media montagna, anche con clima difficile. In generale non sono una tipa da alta quota. Ho girato le Alpi, le tante vallate facilmente raggiungibili da Milano, la Valtellina, le Prealpi, gli Appennini, la Liguria, le zone costiere della Toscana, la Corsica. Con il mio compagno sono stata nel mondo mediorientale come in Israele, nell’Epiro o in Anatolia per il Saint Paul Trail”.

Che cosa ci aspetta nel viaggio a piedi in Val Trebbia, dal 29 agosto al 2 settembre, un luogo al di fuori dalle classiche rotte?
Una zona intatta, tanto verde, la possibilità di fare il bagno in un fiume pulito, di nuotare e di salire a bordo di una canoa. Devo ammettere il mio stupore per l’assenza di un sentiero tracciato all’interno di una valle che ha deciso di puntare sul turismo alternativo. Per me è stato inevitabile incaponirsi, studiare il territorio, effettuare ricognizioni, esaminare ipotesi, scartarne alcune e, infine, proporre il percorso definitivo”.

Questo sarà un viaggio da ricordare anche perché è la tua prima esperienza da guida per un periodo così lungo?
Sì certo, ed anche se dura cinque giorni, si tratta di un viaggio semplice e tranquillo. Ci mettiamo in cammino solo per una parte del percorso che va da Genova a Piacenza. Lo definirei un viaggio di conoscenza meditativa”.

Considerati i ritmi lenti, la sobrietà e le modalità di svolgimento di questa proposta, possiamo considerarlo un viaggio anti-crisi?
Certo! Ci sono tutti gli ingredienti: i luoghi sono vicini o comunque facilmente raggiungibili da tutti; è una piacevole traversata in posti intatti; è un viaggio economico; i posti tappa sono spartani, accoglienti e non chiedono l’impossibile. Andiamo nel cuore della Val Trebbia, a conoscere associazioni e persone locali per le quali la nostra presenza è un valore. Sto cercando di studiare viaggi semplici, poco costosi e che si adattano a questi periodi di difficoltà”.

Questo viaggio a piedi può servire al futuro della valle?
Penso di sì. Questo è solo un inizio che spero venga capito e accolto. Qui non c’è nessuno che va a piedi lungo questo percorso. Questa è una valle con ampie possibilità che non ha nulla da invidiare a tante altre zone dell’Appennino dove vengono organizzati trek più conosciuti”.

Come nasce la tua amicizia con il giornalista, scrittore e viaggiatore Paolo Rumiz? L’ultima volta abbiamo scoperto che eri sulle rive del Danubio…
Il primo incontro risale alla fine del 2007 ed anche allora c’era di mezzo la Val Trebbia. Facevo parte di un comitato di protesta contro la costruzione di una diga. Ho contattato alcuni giornalisti per una campagna in difesa del fiume, fra cui Paolo Rumiz che ha poi scritto un pezzo sulla Repubblica. In seguito l’ho aiutato a selezionare alcuni posti da visitare per la sua inchiesta – Le case degli spiriti – sui luoghi perduti d’Italia”.

Qualche esempio?
Dighe abbandonate, l’altopiano della Greina, la miniera di Brosso”.

A proposito, ma che ci fai in Cornovaglia?
Sto percorrendo con il mio compagno il sentiero di 400 chilometri che passa dal Land’s End, il punto più a sud ovest della Gran Bretagna. Stiamo costeggiando scogliere e raggiungendo microscopici paesi che si affacciano a picco sul mare”.

Ti rivedremo al Campo Monti di Tra Terra e Cielo
Sì, propongo le stesse attività escursionistiche dello scorso anno, ma con una novità. Ho suggerito di arrivare a piedi, senza auto. Un gesto simbolico per invitare a migliorare lo stile di vita”.

Fabio Lepre

Tra Terra e Cielo
Tra Terra e Cielo
Abbiamo la convinzione che il cambiamento del pianeta nasca all’interno di ognuno di noi, dall’attenzione che poniamo al cibo che scegliamo, dalla qualità delle relazioni che intratteniamo con il mondo esterno e con noi stessi/e, dal tipo di benessere che ci doniamo.

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