In attesa della Conferenza Internazionale sulla decrescita che si terrà a Venezia dal 19 al 23 settembre, stiamo organizzando un trekking urbano per i giorni della manifestazione di Venezia, dal 21 al 23 settembre, e fra il 14 e il 16 settembre, in occasione dell’iniziativa di Mestre (VE) Verso Venezia 2012.
Questa proposta dell’Associazione Tra Terra e Cielo, di cui mi sto occupando in collaborazione con l’associazione CTG Veneto che metterà a disposizione le guide, mi porta a fare alcune riflessioni che vorrei condividere con voi.
La Decrescita come pensiero si antepone alla crescita del PIL, che ha come unico metro di misura la ricchezza di un popolo e non una evoluzione della coscienza individuale per creare una consapevolezza sociale.
Un popolo consapevole è difficile da governare e per questo ogni governo evita di investire sulla capacità di formazione. È successo poche volte nella storia che nelle scuole si stimolasse lo spirito critico questa è la grande differenza della scuola degli anni ‘70/ e ‘80 rispetto alla scuola primaria attuale.
È vero che per attuare in qualche modo la pratica della Decrescita dobbiamo acquisire manualità, ma è assolutamente determinante avere un livello di capacità di sicurezza di sé. Sentire di essere in grado di affrontare le cose è già un attuarle. Poi si prova finché ci si riesce. Essere capaci di scambiare il proprio tempo o le proprie capacità richiede una certa sicurezza di sé, saper vivere con poco. Ed essere felici non ha prezzo: ciò non si può acquistare si può solo raggiungere.
Potremo anche imparare a fare i vestiti o l’orto, ma se il nostro io è insicuro e non ha fiducia in se stesso sentirà sempre il bisogno di essere appagato e sarà preda di falsi bisogni.
Fate attenzione ai bambini: sono il nostro futuro. Stimolate e avvalorate le loro capacità e se volete che possano affrontare la vita date loro lo spazio per esprimersi, ascoltateli e non suggerite le soluzioni, lasciateli essere creativi, non limitateli. L’adulto e il genitore non devono vedere solo il presente, ma devono guidare i bambini verso il futuro: siamo tutti responsabili di ciò.
Mi ricordo che da bimba, quando si giocava nei cortili, ogni adulto controllava la situazione e non pensava che tanto eravamo figli di “altri”.
E a scuola non avevamo sempre ragione noi bimbi quando l’insegnante ci faceva una nota. Il genitore non si schierava a priori dalla nostra parte: spesso stava con l’insegnante. Ora, invece, i genitori difendono il figlio, ma è giusto difenderlo sempre? O sarebbe meglio valutare ogni volta come sono i fatti? È vero che un genitore “difende”, ma la giustizia è molto più gratificante, soddisfacente ed educativa.
A Venezia potremo discutere e soprattutto informarci per poter scegliere, tra conferenze di alto livello e workshop che affronteranno argomenti specifici.
Questo è solo un primo invito per discutere insieme dell’argomento. Non mi sento esperta di Decrescita e quindi ogni contributo potrà essere utile, ma mi piace parlarne con chi frequenta Tra Terra e Cielo e con chi, in ogni caso, è sensibile all’argomento.
Margherita Buggero