Ameno di nome e di fatto: il Quadrifoglio da camminare

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Ameno di nome e di fatto: il Quadrifoglio da camminare

861 abitanti più uno, Riccardo Carnovalini. Ameno è un comune della provincia di Novara, in Piemonte, affacciato sul lago d’Orta e confinante con il lago Maggiore. Uno di quelli piccoli piccoli che scommettono sui cammini e sul turismo responsabile per il loro futuro. Solo pochi mesi fa l’amministrazione comunale ha conferito la cittadinanza onoraria a Riccardo Carnovalini, fotografo, grande camminatore e guida Vie dei Canti. Perché è stato proprio Riccardo a mettere la firma sui 4 sentieri del Quadrifoglio di Ameno, uno più bello dell’altro: 3-4 ore di cammino ognuno, adatti a tutti, con vista sul lago d’Orta e sullo sfondo il monte Rosa.

Riccardo ha abbinato colori e armonia, natura e territorio. Ciascun sentiero è associato a un colore: il celeste (dal cuore di Ameno al Convento del Monte Mesma percorrendo le due Vie Crucis) a simboleggiare la trascendenza, la forza, l’immutabilità; l’azzurro (dal parco Neogotico del Palazzo Tornielli di Ameno verso antichi mulini e cascine fra i pascoli per mucche e cavalli) che aiuta la meditazione e l’estroversione; l’indaco (nell’Oltreagogna alla scoperta della boscosa montagna di Ameno e delle sue antiche cascine), simbolo di spiritualità e risveglio interiore; il blu (dalle colline di Ameno alle rive del lago d’Orta) che genera calma e rilassamento, regala equilibrio e sensibilità.

Come spiega Carnovalini, «ci sono luoghi che hanno una bellezza che non atterrisce ma è capace di far innamorare anche i naturalisti e i fotografi più esigenti. Ameno è uno di questi, immerso tra le colline comprese fra il lago d’Orta e del lago Maggiore, con il monte Rosa lì, a portata di teleobiettivo, da tenere a portata di mano per fermare albe e tramonti memorabili». L’autunno è uno dei periodi migliore per cercare bellezza e «camminare lungo quattro petali di un Quadrifoglio di 34 chilometri, sentendo che le due coordinate della vita, spazio e tempo, si riallineano dentro e fuori di noi» ne facilita il raggiungimento.

Camminare, osservare e capire si fondono in un’azione unica: «Mentre si respirano e si fotografano tutti i colori della primavera e l’apparecchio fotografico diventa un terzo occhio sulla natura, capace di aiutarci a rallentare e a osservare in profondità. Sulle mulattiere lastricate per il monte Mesma, lungo quel fiume azzurro che è l’Agogna, attraverso le silenziose montagne punteggiate di cascine, e per finire verso il blu del lago d’Orta».

Dal punto di vista tecnico, il Quadrifoglio di Ameno è complessivamente composto da 4 percorsi ad anello, per un totale di 33,6 km e un dislivello totale di 1.215 metri, l’altitudine minima è di 324 metri, la massima è di 791 metri. Il tempo medio di percorrenza dei 4 anelli a piedi è di 12 ore. I sentieri sono percorribili per il 90% della loro estensione anche in mountain bike e a cavallo.

A ben vedere, chiunque è in grado di indossare un paio di scarpe da trekking e solcare sentieri più o meno conosciuti. Pochi, però, sono in grado di rendere desiderabili i risultati del cammino, siano essi fotografie, appunti di viaggio, racconti o denunce della mano furfante dell’uomo disposto a stravolgere luoghi e annullare la memoria in cambio della costruzione di case e capannoni abbandonati. Ecco perché camminare con Riccardo permette di guardare il mondo con nuovi occhi e pensare alla vita con una nuova testa. Se poi veste i panni di guida ed è pronto a svelare i segreti per fare una buona fotografia, il desiderio diventa irrinunciabile.
Riccardo Carnovalini, camminatore di professione, è una delle più importanti figure di riferimento per il mondo del trekking in Italia. Da 35 anni cammina e racconta con fotografie e parole i cambiamenti di questo paese. Tra le sue grandi traversate ci sono due volte tutto l’Appennino, tre volte le Alpi da un capo all’altro, tutti i 4.000 km di coste da Trieste a Ventimiglia. Sempre a piedi.
Nonostante l’ampia conoscenza, per Carnovalini è proprio l’Italia il miglior posto da visitare, camminare e fotografare: «Credo che sia un paese poco amato perché poco conosciuto. La soddisfazione più grande che ho in questi cammini condivisi sono i ringraziamenti di chi ha conosciuto ciò che si nascondeva dietro le loro case. I miei cammini sono cominciati da giovanissimo sull’Appennino tosco-emiliano e sulle Alpi Apuane: sono luoghi molto speciali così come le Cinque Terre».

Cellulari e macchine digitali consentono di catturare immagini con estrema facilità e imbarazzante ripetitività. Sembra che portarsi a casa un momento del viaggio sia predominante rispetto al viaggio stesso. Da fotografo, il pensiero di Carnovalini è chiaro: «Siamo davanti a una situazione nuova con un doppio risvolto. Quello positivo è rappresentato dalla possibilità di documentare un momento e di condividerlo immediatamente. Questi nuovi sistemi hanno reso più democratico l’uso della foto. Quello negativo è l’improvvisazione ovvero la fotografia senza regole. In realtà esiste una tecnica da studiare e bisogna capire come si impressiona la luce sul sensore. Non ci si può ritenere fotografi solo avendo una macchina che permette l’immediata visione dell’immagine. È aumentata l’offerta delle fotografie ed è diminuita la domanda (penso a giornali e riviste) e, inevitabilmente, le immagini sono pagate di meno. Vivere di fotografia è quasi impossibile anche perché esistono siti specializzati dove acquistare foto a prezzi stracciati». Un consiglio? «Scattare meno, ma scattare meglio».

 
L’autore di tutte le foto in questo articolo è Riccardo Carnovalini

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RIFERIMENTI:

Fotografare l’Autunno. Il quadrifoglio Ameno – ve 14 – do 16 ott 2016


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