Pubblichiamo di seguito la seconda parte del racconto del viaggio a piedi in piccolo gruppo di Nino Guidi, guida ambientale Vie dei Canti, sulla Via del Volto Santo. Laddove la bellezza degli incontri reali supera le aspettative che precedono la partenza.
La prima tappa del trek è dopo poche centinaia di metri dalla stazione che abbiamo appena lasciato, all’antico caffè degli svizzeri, esercizio che fa la storia di Pontremoli. Qualche piccolo assaggio per consumare una colazione slow e cominciare al meglio il viaggio. Usciti dalla storica pasticceria, ci incamminiamo per le strette vie del borgo, a quell’ora ancora silenzioso, e arriviamo al culmine del colle dove domina il Castello del Piagnaro ed è allestito il singolare e ben organizzato Museo delle statue stele della Lunigiana, unico in Italia e in buona parte d’Europa. Usciti da Pontremoli ci aspettano diverse ore di cammino durante le quali ci saranno occasioni per incontri con i residenti nei vari borghi raggiunti dal percorso. Alle 17 si conclude il nostro primo giorno di marcia e ci attendono alcuni abitanti di Lusignana per offrirci la loro accoglienza presso i locali della canonica.
La seconda giornata ci riserva ancora bei momenti di condivisione con i locali, qualche battuta scambiata con gli anziani che lavorano gli orti e con la gentile signora che ancora gestisce la vecchia osteria e lo spaccio generi per la famiglia che si trova alle porte di Bagnone. Ci prepara anche uno spuntino con i fiocchi. Il fuoco acceso della stufa, il vino rosso, i cibi genuini e i suoi racconti di Barsan, emigrante di altri tempi, ci allietano per una buon ora di relax. Bagnone, raccolta intorno ai suoi portici, ci accoglie con il calore di Marika che gestisce con professionalità e passione l’ostello comunale. L’ultimo atto della serata è una cena nell’osteria storica del borgo dove la proprietaria dedica tempo e attenzione per far conoscere le tipicità ai camminatori forestieri.
Terzo giorno, e come si dice per ogni viaggio a piedi, è quello fatidico, il più importante per entrare nella dimensione del viaggio. Anche questa volta è proprio così, con un risveglio nato sotto una leggera pioggia ma che non intaccherà il nostro entusiasmo. Le gentili impiegate della biblioteca fanno promozione del territorio attraverso il loro efficace ed efficiente servizio e ci accompagnano a visitare il museo della memoria dedicato all’emigrazione, ai Barsan. Un interessante allestimento ci stimola nella conoscenza di quel fenomeno che ha segnato la Lunigiana come altri difficili territori italiani. La successiva visita al vecchio teatro richiede poco tempo e si parte per boschi, pascoli e vigneti per raggiungere il borgo fortificato di Castiglion del Terziere dove una sorpresa attende l’arrivo dei nostri partecipanti.
Arriviamo puntuali come svizzeri. La proprietaria ci accoglie con gentilezza e semplicità, a dispetto della ricchezza e dell’importanza della sua residenza. Lo stupore e l’emozione ci avvolgono per tutto il tempo della nostra permanenza nel castello. Anche per me è la prima volta che capita di varcare il cancello di quella splendida e affascinante residenza ed è difficile trattenere l’entusiasmo. Arredi, libri preziosi, cura dei dettagli e una tribù di animali domestici composta da cinque gatti e una bellissima femmina di pastore dell’Asia sono elementi di grande interesse per noi. La conversazione con la signora Raffaella si svolge con grande naturalezza e spontaneità, come se la conoscessimo da tempo grazie anche ai suoi modi semplici e schietti tipici di una genovese autentica. Arriva l’ora del pranzo e, sorpresa nella sorpresa, ci invita alla sua tavola! Tanto non ci saremmo aspettati e accettiamo con piacere. Il clima instaurato è un’alchimia di suggestioni ed emozioni, condividiamo le nostre provviste a rimarcare l’atmosfera informale e spontanea che si è creata. Ultimo tocco: dare fuoco alla legna per accendere la fiamma nel camino che ci tiene compagnia nel convivio mentre Mia, così si chiama la placida cagnolona, si sistema ai nostri piedi in attesa di qualche avanzo.
Il tempo corre veloce e vorremmo fermarlo, tiriamo più lungo del previsto, poi alle 14.45 dobbiamo rassegnarci, si riparte. Lasciamo a Raffaella una copia della guida del Volto Santo come ringraziamento per l’ospitalità e via in marcia. Carichi dell’esperienza appena vissuta, camminiamo spediti, ma non sarà sufficiente per evitarci di arrivare con il buio della sera a Monti di Licciana. Poco male due ore di cammino nei boschi con una bella atmosfera e la luna a rischiarare la strada. Stanchi e felici ci sediamo in trattoria per gustare una cena rigeneratrice.
Domenica 22, l’ultimo atto. Sveglia all’alba per scoprire l’Appennino imbiancato e l’aria frizzante delle temperature ridotte. Una tappa tranquilla nei boschi, nei borghi e sotto un cielo limpido che mette in risalto il profilo ardito e caratteristico delle Alpi Apuane settentrionali, oggi rese ancora più suggestive dalla coltre nevosa che le ricopre.
La meta è Fivizzano dopo chilometri di cammino. Una visita al centro ricco di palazzi nobili segno del periodo di dominazione dei Medici che ne voleva fare una seconda Firenze e centro importante per la cultura e i commerci. Alle 16.30 siamo di nuovo sul treno che ci riporta a casa attraverso la Garfagnana, l’altra area dove corre la Via del Volto Santo. Ognuno trascorre il tempo del viaggio osservando i paesaggi che corrono lungo la Valle del Serchio. Sempre assorto nei propri pensieri, preso a ricordare i bei momenti trascorsi con un piccolo gruppo che ha vissuto intense emozioni. (2/fine)
Nino Guidi (Montagne di Legami) è una guida ambientale Vie dei Canti.
LEGGI LA PRIMA PARTE – VIAGGIARE A PIEDI: PICCOLO E’ BELLO
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RIFERIMENTI:
Viaggi a piedi Le Vie dei Canti