TransLagorai, una parola strana? Non vi confondete con la Transiberiana o con qualche altra grande via di comunicazione. No, nulla di tutto ciò, nessun mezzo di locomozione ma, qui si va rigorosamente a piedi. TransLagorai è un trekking in una zona di montagne aspre, solitarie, autentiche. Un’idea accarezzata per molti anni e qualche assaggio estivo e invernale della bellezza di questi luoghi mi hanno spinto a volerla attraversare integralmente.
I Lagorai, una lunga dorsale di montagne di porfido interrotte da un’isola di granito, minerali che danno un aspetto severo a questa catena che si interrompe al Passo Rolle dove incontriamo le più famose e frequentate Dolomiti. Non solo il turismo ha segnato in modo molto diverso queste aree geografiche ma, ancora prima, il sistema di amministrazione delle terre e la capacità del suo popolo, i Mòcheni, di essere sempre autonomi indipendenti dai signori trentini che hanno fatto sì che vivessero isolati e mantenessero vive le loro tradizioni. Una lunga massiccia linea orografica, i Lagorai, che come li definiva un grande etnografo locale, Giuseppe Sèbesta, “sono uno spazio che univa la gente di sei valli confinanti, una montagna madre, un porto franco per pastori e minatori, vaccari e contadini”. Attraversare da ovest a est i Lagorai, trait d’union tra la Val Sugana e la Val di Fiemme, significa fare un viaggio a piedi che si compie con circa 40 ore di marcia, con un dislivello complessivo di 5.000 mt e sei giorni di cammino.
Sembrerebbero numeri da capogiro, da starne alla larga, ma gli ambienti che si attraversano e le storie che questi monti e le sue genti raccontano ci spingono a viverli senza ansie e ad andare a passo lento. Gli spazi solitari, il silenzio di montagne poco frequentate e la bellezza di una natura qui ancora selvaggia ci invitano alla lentezza. La nostra stessa attrezzatura, che dovrà prevedere una tenda e un poco di autonomia per i viveri, ci porta a immaginare la libertà di costruirci il nostro viaggio a misura del nostro sentire e di ciò che incontreremo. Potrei darvi molte altre informazioni per spingervi a partecipare. Non credo che ci sia bisogno se non per dirvi che affronteremo spesso quote intorno ai 2.100 mt da cui godremo di grandi panorami, alterneremo i pernotti tra rifugi, bivacchi, malghe e la nostra tendina.
Incontreremo moltissimi animali, cervi, mustelidi, volpi e rapaci. Tante saranno le pecore che incroceranno il nostro sentiero e anche i bovini che troveremo liberi nei pascoli. Visiteremo i luoghi della guerra, che su questi monti ebbe ruoli e postazioni di primo piano, i musei etnografici che meglio ci faranno comprendere la storia di queste valli e dei Mòcheni.
Le tappe sono 6 con ritrovo il giorno 29 davanti al Ristorante Panarotta (l’ultimo che vediamo per alcuni giorni) e con una media di 6,3 ore al giorno di cammino e un dislivello medio di 800 mt di salita giornaliera ci portano a Passo Rolle dove termina la nostra avventura con zaino e scarponi. Agli interessati sarà inviata una scheda dettagliata dell’attrezzatura.
Difficoltà: il percorso è complessivamente segnato ma richiede conoscenza dell’uso di bussola e mappe, adeguato allenamento e capacità di adattamento specie con condizioni meteo non troppo favorevoli. Numero minimo di partecipanti 2, massimo 6. Costi di partecipazione per organizzazione, accompagnamento e polizza rct, 150 euro a persona (6 giorni di cammino, 6 pernotti, 6/7 giorni di partecipazione al programma). Da portare per spese di vitto e alloggio un importo (circa 130 euro a persona) molto variabile e dipendente dal numero di tende che useremo e dal taglio che daremo al programma.
Per info e prenotazioni, contattare Nino Guidi (328-4671577) o Tra Terra e Cielo (0583-356177, -82)