Sai leggere l’etichetta degli alimenti?

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Sai leggere l’etichetta degli alimenti?

Vengono in mente le parole di Franco Berrino, medico ed epidemiologo, al nostro primo incontro. L’etichetta dei cibi? “Se la bisnonna la capisce allora è scritta bene“. Da alcune settimane la vita dovrebbe essere più facile. Origine, tipo di grassi, valori nutrizionali, allergeni: le nuove regole europee per le etichette alimentari puntano alla chiarezza. Eppure, facendo un giro fra gli scaffali dei negozi rimangono ancora perplessità. Perché non si chiarisce cosa debbano riportare gli alimenti sfusi e preincartati cioè quelli confezionati presso i punti vendita? Perché non sono state inserite le informazioni nutrizionali sul fronte della confezione dei prodotti alimentari? Perché le etichette degli alcolici non riportano gli ingredienti e le informazioni nutrizionali. Proviamo a fare un po’ di ordine.

VALORI NUTRIZIONALI: SÌ, MA ANCHE NO
L’obbligo scatta tra due anni, ma chi decide di riportare sulle confezioni dei generi alimentari l’etichetta nutrizionale deve farlo seguendo i dettami del regolamento. Che prevede che siano indicate anche le informazioni finora facoltative, come quelle su zuccheri e grassi saturi. Le indicazioni relative al sodio vanno invece sostituite con quelle sul sale. In definitiva la tabella nutrizionale dovrà contenere: calorie, carboidrati, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale. Restano facoltativi altri nutrienti, tra cui la fibra.

LEGGIBILE, PRIMA DI TUTTO
Perché un’etichetta sia utile al consumatore deve essere prima di tutto leggibile: bando alle informazioni nascoste nelle pieghe delle confezioni e ai caratteri troppo piccoli, impossibili da decifrare per chi non abbia un vista aquilina o una lente di ingrandimento. Il nuovo regolamento europeo prescrive che l’altezza dei caratteri non sia inferiore a 1,2 millimetri. Per i piccoli imballaggi il limite scende a 0,90 millimetri. Rimandati a una futura norma dettagli su colore dei caratteri e contrasto con lo sfondo, escamotage spesso utilizzati dai produttori per rendere poco leggibili informazioni scomode, ma obbligatorie.

NON SI PUÒ PIÙ BARARE
Decongelato. Se un alimento è stato congelato e poi decongelato per essere messo in vendita, il termine decongelato deve figurare in bella vista, accanto alla denominazione del prodotto.
Imitazioni. Quando si sostituisce un ingrediente tipico con un altro che non lo è, questo deve essere menzionato vicino alla denominazione dell’alimento.
Aggiunta di acqua. Se viene aggiunta una quantità di acqua che supera il 5% del peso del prodotto finito, bisogna specificarlo vicino alla denominazione del prodotto.

QUALI GRASSI, FINALMENTE
Nella lista degli ingredienti non potranno più comparire indicazioni generiche come olio vegetale o grasso vegetale. I produttori dovranno essere più precisi, per esempio dire olio di girasole o grasso vegetale di palma.

FOCUS SUGLI ALLERGENI
I componenti che più facilmente possono causare reazioni allergiche dovranno apparire nella lista degli ingredienti con una certa evidenza: in grassetto, in un colore diverso, con una sottolineatura. Nel caso degli alimenti per cui non è previsto l’obbligo di riportare la lista degli ingredienti, il nome dell’allergene dovrà essere segnalato sull’imballaggio dopo la parola contiene: per esempio contiene soia.

Tra Terra e Cielo
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Abbiamo la convinzione che il cambiamento del pianeta nasca all’interno di ognuno di noi, dall’attenzione che poniamo al cibo che scegliamo, dalla qualità delle relazioni che intratteniamo con il mondo esterno e con noi stessi/e, dal tipo di benessere che ci doniamo.

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