Un sogno? Sicuramente sì per chi crede che passeggiare in un bosco millenario, lambire lanche e fontanili, costeggiare orti e campi coltivati con metodo biologico, non siano esclusive del mondo onirico. Eppure succede dove meno te l’aspetti, a due passi dalla grande Milano, nella cintura del Parco Agricolo Sud. Laggiù, a Cisliano, al riparo dal passo di corsa, c’è la Cascina Forestina, oasi di 40 ettari tra querce e noccioli, custode di antichi e nuovi saperi.
Che questo sia un posto speciale lo diceva Virgilio nelle sue Bucoliche. I boschi, i colori e i profumi hanno ispirato il poeta latino che li ha scelti per donare vita eterna ai suoi pastori e ai suoi personaggi. Anche adesso è possibile posare lo sguardo sugli stessi colori che hanno infuocato il suo animo. Il territorio – assicura il proprietario Niccolò Reverdini, discendente di Carlo Alberto Pisani Dossi, maestro della Scapigliatura lombarda – è stato conservato così com’era. Non c’è stato alcun cambiamento e tutto è rimasto fedele alla sua vocazione. Soprattutto il bosco di Riazzolo, unico esempio nel Parco Sud lasciato in eredità dall’epoca dei Visconti e degli Sforza. In dote porta con sé la quercia, il carpino, il nocciolo, il melo selvatico: tutte essenze già raccontate da Virgilio 40 anni prima della nascita di Cristo. «Ed è affascinante – spiega Reverdini – ritrovare la stessa natura che vedeva e descriveva da ragazzo, come la fioritura del sambuco».
A stupirsi tutte le volte che passa da queste parte è anche Flavia Caironi, guida ambientatale che invita a camminare proprio adesso, nel fine settimana 14-15 marzo, lungo i sentieri virgiliani: «Sembra impossibile, a due passi da Milano e dai luoghi dello scempio di Expo 2015, potere ancora avere un contatto con la natura, certo una “natura costruita”, come diceva il Cattaneo, frutto del lavoro millenario di uomini che hanno modellato questa pianura e resa fertile, immergersi in piccoli borghi dove ancora si assapora il ritmo delle stagioni, legato ai lavori nei campi».
C’è un dettaglio di questo viaggio a piedi che le piace più degli altri: il «passare dal caos degli ambienti urbani alla tranquilla pace di una cascina dal sapore antico, immersa negli ultimi lembi di “foresta planiziale” sopravvissuti all’urbanizzazione selvaggia: una piccola oasi di pace e quiete a due passi da casa, dove gustare prodotti tipici cucinati con amore e saggezza».
Da queste parti fanno sul serio. Nel 2002 la Cascina Forestina ha ottenuto la medaglia d’oro della Camera di commercio di Milano per la produzione biologica unica in Lombardia. Nel 2004 e nel 2005 il premio Piazza Mercanti per la conservazione del territorio. Eppure negli anni Sessanta questa cascina era stata abbandonata e solo la volontà e la passione per la vita l’hanno tirata fuori dal baule del dimenticatoio.
Non solo attività agricola, la Cascina è un laboratorio culturale. Dal 1996 vengono promosse attività a sostegno della biodiversità e del miglioramento ambientale anche attraverso le tracce nella storia, nella letteratura e nelle arti figurative. Nel calendario degli appuntamenti ci sono poi attività didattiche per le scuole, dalla primaria in su, e progetti di agricoltura sociale. «Ma sempre – sottolinea con cura Niccolò Reverdini – con una finalità democratica e mai elitaria».
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