Tutti i giorni indossa il camice bianco da odontotecnico. Quattro volte all’anno lo ripone in un armadio e si mette in cammino con Le Vie dei Canti. Nelle foreste del Casentino, innanzitutto, ma anche lassù sulle montagne dei Cimbri, la terra dei suoi nonni materni. La guida ambientale Antonello Dominici continua ad avere una contagiosa passione per il camminare. Sì, perché a leggere i commenti dei partecipanti alle sue proposte, è molto facile riempirsi gli occhi di stupore.
Quali sono i consigli nell’equipaggiamento per chi vuole partecipare al viaggio a piedi nelle foreste del Casentino dal 4 all’11 agosto?
“Sulla base dell’esperienza degli altri anni, suggerisco di portare con sé anche un sandalo adeguato per camminare nell’acqua”.
E cosa lasciare a casa?
“La quotidianità”.
Proponi viaggi sulle montagne del Casentino in primavera, in estate e in autunno, quali sono le differenze?
“Beh, ogni stagione ha le sue particolarità. Quest’anno abbiamo introdotto per la prima volta il viaggio in primavera. Il vantaggio di camminare in estate è il clima sempre favorevole mentre l’autunno ci regala colori ed emozioni singolari”.
Quali sono i colori della foresta?
“Quelli del faggio con le sue calde tonalità di rosso, giallo e marrone in contrapposizione al verde intenso dell’abete bianco. Il giallo vivo dell’acero riccio e dell’acero montano. E sotto i mille metri di quota quelli dell’acero opale con le sue sfumature che vanno dal giallo all’arancione passando per il rosso”.
Da come ne parli, sembra che della montagna non ne puoi fare a meno…
“Proprio così: sono il mio punto di riferimento per ritrovare certi stati d’animo. Quassù il cuore si apre, il corpo si rilassa e i pensieri diventano più armoniosi e c’è uno scambio vero con le persone che si incontrano”.
Cosa aspettarsi dal punto di vista storico?
“Nella parte della Toscana si vive la sacralità dell’Eremo di Camaldoli, fondato intorno all’anno 1.000. Qui i monaci benedettini praticano ancora oggi l’eremitaggio. In quella romagnola si assiste al fenomeno delle case sparse. Da alcuni secoli a questa parte i popoli di pianura si sono spostati sul territorio e si sono susseguite varie generazioni fini ai primi anni sessanta del secolo scorso. Il solo comune di Santa Sofia ha vissuto un esodo di massa di circa 4.000 persone”.
Hai tempo per altri viaggi oltre a quelli con Le Vie dei Canti?
“Purtroppo non molto anche perché ho un’attività da portare avanti. Lo dico a malincuore perché mi piacerebbe camminare di più. Tuttavia l’esperienza con Le Vie dei Canti è quella che mi ha sempre dato le maggiori soddisfazioni”.
Il terremoto delle scorse settimane è stato avvertito dalle tue parti?
“Fortunatamente no perché siamo a oltre 100 chilometri dall’epicentro. L’ho percepito solo indirettamente”.
Pensi che il settore dei viaggi ne risentirà?
“Penso di no. Prima di trovare un equilibrio occorreranno però alcuni anni di riassestamento”.