Lo sorprendiamo con la moka del caffè in mano mentre un gruppo di camminatori arrivati da Padova fino al Cilento lo reclama a gran voce. Lui sorride e li invita alla pazienza: «Dopo questa intervista vi faccio assaggiare un vero caffè campano». Quant’è difficile cogliere Salvatore Calicchio, guida Vie dei Canti, senza la calma e la bonaria pazienza con cui affronta le piccole e grandi questioni della vita!
Ma non ti stanchi mai di camminare? Quest’anno proponi quattro volte il viaggio a piedi sulla costa cilentana…
«Per fare questo mestiere è fondamentale la passione e devono piacerti due cose: la natura e il dialogo. Se hai queste caratteristiche, puoi arrivare a novant’anni ed essere sempre giovane».
Quali sono le differenze rispetto ai viaggi dello scorso anno?
«Il modello è lo stesso. Il nostro è un viaggio a base fissa fra spiagge e scogliere poco frequentate. Siamo ospiti di una piccola e accogliente azienda agricola, nostro punto di riferimento per esplorare boschi, fiumi, mari e borghi medievali. E sempre al riparo da spiagge affollate e confusionarie».
Cosa piace di più di questo viaggio?
«La posizione del nostro alloggio: la sveglia è il canto degli uccelli e a pochi passi abbiamo il verde dei boschi e l’azzurro del mare. E poi la cucina campana: ceniamo con i prodotti dell’azienda cotti, se necessario, nel forno a legna e mangiamo i frutti dagli alberi. Dal punto di vista naturalistico, il nostro territorio regge il confronto con i monti Lattari della Costiera Amalfitana Sorrentina. I panorami montani e marini e gli animali che si incontrano sono un volano, a basso costo, per promuovere il turismo ecologico».
Ma come, nessun riferimento alla guida?
«(Ride, ndr). Non parlo mai di me stesso…».
Proviamo a farlo: non sei più giovanissimo, fino a quando vuoi fare la guida?
«Almeno fino a 80 anni. Ho iniziato da ragazzo, anche se poi la mia attività principale è stata quella di professore. A livello professionale lo faccio dal 1994».
Hai ancora quella tensione morale che spinge a migliorarsi?
«Certo. Sia nelle proposte di viaggio che nella valorizzazione del territorio cerco di essere parte attiva. Tanto per fare un esempio, abbiamo ideato la cosiddetta Passiata delle 7 torri e delle 4 spiagge. Si tratta di un viaggio a piedi dal lungomare di Marina di Camerota fino alla riva del fiume Mingardo nei pressi della torre omonima. Non solo abbiamo scoperto l’itinerario, ma anche realizzato le cartine del percorso, poi messe a disposizione di tutti».
In Campania il turismo è stagionalizzato?
«Macché! Organizziamo escursioni anche in primavera e in autunno. I gruppi provenienti dalla Svizzera, dalla Germania e dall’Austria sono sempre più numerosi».
Però mancano gli italiani…
«In realtà anche quelli sono in aumento, soprattutto dal Nord Italia».
Insomma, sei sempre positivo!
«Tutt’altro. Un rammarico c’è: queste terre sono poco conosciute e valorizzate a causa della scarsa lungimiranza delle amministrazioni locali. Potremmo essere come il Parco delle Cinque Terre, ma si fa molta fatica: ci sono poca promozione e scarsa cura. Spesso i sentieri vengono puliti da noi. Capita anche che le guardie forestali siano sommerse da pratiche burocratiche e ignorino le bellezze del territorio da tutelare».
In cosa dovrebbero investire le amministrazioni locali?
«Nella depurazione delle acque, nella creazione di isole ecologiche e nella bonifica del territorio dalle numerose discariche abusive».
Chi è stato Angelo Vassallo, il sindaco pescatore e ambientalista del comune di Pollica ucciso in un attentato di sospetta matrice camorristica?
«Antonio è nato come sindaco Verde per poi passare in seguito alla Margherita. Era un uomo del Cilento amante della sua terra. Credo che sia stato il migliore sindaco della costa negli ultimi quarant’anni. Come dimenticare le sue lotte per la depurazione o per la valorizzazione delle zone interne in via di spopolamento? Come presidente della Comunità montana, è stato il primo a introdurre in questi territori la segnaletica verticale: era attento sia alle piccole che alle grandi cose».
Quale insegnamento vi ha lasciato?
«La nostra è una generazione di politici di vecchio stampo, idealista e cresciuta intorno al mondo verde. Solo ora si comincia a capire il lavoro svolto. Sono frutti che maturano lentamente. Occorre insistere e continuare lungo la strada indicata da persone come lui».
Hai votato al referendum?
«Porca miseria! E ho anche fatto tanta promozione!».