Noi lo ripetiamo da sempre: camminare è la prima attività dell’uomo dal suo arrivo sulla Terra per cercare cibo e riparo o per incontrare altri umani. L’uomo lo ha scoperto molto più tardi, ma a fargli compagnia, a sua insaputa, c’è sempre stata un’amica speciale: la sezione aurea. Gli antichi greci la chiamavano divina proporzione. Non è altro che un numero, anche abbastanza complicato da ricordare (1,6180), ma possiede poteri quasi magici: dona la perfezione. Lo scultore Fidia lo ha utilizzato per innalzare il Partenone di Atene, Piero della Francesca per dipingere la Flagellazione di Cristo, Leonardo da Vinci per immaginare l’Ultima Cena, la natura per inventarsi le chiocciole, gli uragani e le galassie. Le proporzioni risultano particolarmente equilibrate dal punto di vista matematico e particolarmente piacevoli da quello estetico.
Secondo i ricercatori della Fondazione Santa Lucia di Roma, questo legame si rinnova anche nel camminare. La fase di appoggio e quella di oscillazione tipiche del passo umano sono tra loro in un rapporto ben preciso pari alla divina proporzione. Questa attività, diventa così la migliore e la più bella fra i gesti motori.
Lo studio sull’armonia del cammino è stato condotto dal bio-ingegnere Marco Iosa utilizzando un sistema stereofotogrammetrico a 6 videocamere a infrarossi per registrare il movimento di 25 soggetti sani a cui era chiesto semplicemente di camminare. “Si tratta di un gesto molto semplice – spiega Iosa – che facciamo senza pensarci e senza coinvolgere strutture della corteccia cerebrale. Ma al tempo stesso è un’azione molto complicata perché interessiamo il midollo spinale e strutture relative alle nostre capacità cognitive. Non solo, ma alcuni animali dopo pochi minuti dalla nascita, riescono a camminare mentre i nostri bambini impiegano all’incirca un anno. Si tratta dunque di un’attività non del tutto scontata“.
Cos’è la divina proporzione e come la ritroviamo, dunque, nel camminare? Per capire di cosa si tratta, facciamo l’esempio più semplice, quello del rettangolo aureo. Se gli si sottrae il quadrato costruito sul lato minore, rimane un rettangolo simile a quello da cui si è partiti, nel senso che i loro lati corrispondenti sono proporzionali. La ripetitiva proporzionalità è alla base delle proprietà armoniche di questo numero. Lo studio pubblicato dai ricercatori della Fondazione Santa Lucia sulla rivista scientifica BioMed Research International è il primo a mettere in relazione la divina proporzione con l’armonia del movimento umano e, in particolare, con quella del cammino: “La fase di appoggio e la fase di oscillazione tipiche del passo umano sono tra loro in rapporto aureo. Date le caratteristiche armoniche di questo numero, la proporzione è mantenuta anche tra intero passo e fase di appoggio, così come tra fase di doppio appoggio (con entrambe i piedi) e fase di oscillazione”.
A loro dire, questa scoperta può essere applicata sui pazienti con patologie neuromotorie: “La riabilitazione – precisa Iosa – deve puntare anche a ristabilire questa armonia che facilita la fluidità e la stabilità al cammino fisiologico. Armonia intrinseca del cammino potrebbe essere lo stratagemma che il sistema nervoso centrale usa per semplificare il controllo della locomozione, così come la metrica e le rime rendono più semplice da ricordare e ripetere una poesia o una canzone“.