Un assaggio della lettura integrale e collettiva delle Vie dei Canti di Bruce Chatwin al Trento Film Festival. Nel libro, lo scrittore affronta il tema del nomadismo e dello spostamento lungo gli itinerari tramandati oralmente dagli aborigeni australiani. La raffinatezza dei sistemi simbolici escogitati da questi indigeni è tale che rende il viaggiare un vero e proprio sistema di crescita. “Può essere che il nostro bisogno di distrazioni e la nostra mania per tutto ciò che è novità – scrive Chatwin – siano essenzialmente un istinto migratorio simile a quello degli uccelli d’autunno?”. E soprattutto: “Perché gli uomini invece di stare fermi se ne vanno da un posto all’altro“.
Dal titolo del quarto libro di Chatwin è iniziata un’avventura di viaggi a piedi, in cui ogni proposta è un’occasione di incontro con la natura, le persone e le comunità attive nei territori. È un canto irripetibile che rimane nel cuore dei camminatori desiderosi di crescere e capire.
Chatwin è uno dei più grandi scrittori di viaggio di sempre. Un uomo per cui il viaggio è un capolavoro esistenziale e il movimento è conoscenza. Per lui monotonia e regolarità sono la morte mentre l’irrequietezza è alla base del moto di ogni uomo, un principio vitale che spinge a cercare. E se nell’irrequietezza c’è la conoscenza, nella stanzialità risiede l’infelicità.
Ti è venuta voglia di leggere Le Vie dei Canti? Ti è venuta voglia di viaggiare con Le Vie dei Canti?