La parola che ha utilizzato più spesso nel corso della nostra conversazione è stata passione. L’ha pronunciata nel ricordare i suoi primi passi da camminatore quando ha varcato le porte della facoltà di Scienze Ambientali dell’Università di Viterbo. L’ha ripetuta nel raccontare le sue vacanze da naturalista e fotografo. L’ha ribadita nel descrivere il viaggio a piedi sulle isole Egadi proposto con le Vie dei Canti. Manuel Bellafiore, 39 anni, è una guida attenta e preparata, una di quelle che ragiona con il cuore prima ancora che con la testa.
Manuel, quando e perché sei diventato una guida ambientale?
“Il percorso è stato molto naturale: mi sono iscritto alla facoltà di Scienze Ambientali a Viterbo e poi ho frequentato un corso per guide naturalistiche organizzato dal Wwf. E lo sai chi è stato uno dei primi istruttori?“.
Non so…
“Pietro Labate (anche lui una guida Vie dei Canti, ndr), una roccia che cammina! A ogni modo, in seguito ho proseguito gli studi all’Università di Genova dove ho anche frequentato un utile un corso di formazione sull’escursionismo. A Santa Ninfa, il mio piccolo paese della provincia di Trapani, ho poi svolto il servizio civile presso un ente gestore della riserva della Grotta. Da lì il passo per diventare guida ambientale escursionista è stato breve. A farla da padrone in ogni scelta è sempre stata la passione per la natura“.
Una guida siciliana dove va a camminare nel tempo libero?
“(Sorride, ndr). Più o meno negli stessi posti dove vado a lavorare perché camminare è sempre una passione. Ogni occasione è poi buona anche per scattare nuove fotografie. Il viaggio più lontano è stato invece in Costarica, per circa un mese“.
Quanti giorni all’anno cammini con le scarpe trekking?
“Beh, provando a fare un calcolo approssimativo, direi per almeno due mesi all’anno“.
Ci sono camminatori o amanti del cammino che ti hanno influenzato?
“Non ho delle figure di riferimento, ma ho conosciuto tante persone che hanno influito sulla mia formazione, anche semplici colleghi o istruttori. D’altronde sono una guida di viaggi a piedi per lavoro e un naturalista per passione. Per me è altrettanto emozionante raccontare un fiore“.
Spiegati meglio…
“Credo che comunicare, insegnare e sensibilizzare le persone sulla natura sia molto importante. Credo di essere un po’ il Don Chisciotte dell’ambiente“.
Cosa rappresentano per te quei sette chilometri di terra intatta della Riserva dello Zingaro, nella penisola di San Vito Lo Capo che si affaccia sul Tirreno, tra Castellamare del Golfo e Trapani, dove porti la gente a camminare?
“La Riserva dello Zingaro è una bandiera della Sicilia: è un posto grande, bello, importante e pieno di natura. Questa è stata la prima riserva regionale e rappresenta un faro per la gestione del territorio“.
E i sentieri di Favignana, Levanzo e Marettimo delle Isole Egadi?
“Sono uno scrigno della natura e di un tempo che non c’è più: un mix di bellezza e passioni diverse. La Sicilia è un immenso libro di racconti, basta saper leggere“.