Quei diecimila euro di detrazione massima anche per l’acquisto di mobili sono di certo destinati a dare un po’ di ossigeno alle tasche degli italiani. L’agevolazione è pari al 50 per cento della spesa sostenuta ed è da ripartire in dieci rate di pari importo. Stando alla lettura testuale del provvedimento, godranno dei bonus i “mobili finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione”. In buona sostanza si tratta di quelli fissi (cucina o armadi a muro), ma potrebbero essere inclusi anche sedie, tavoli e divani. Solo quando il testo definitivo del decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale sarà chiarito quest’ultimo dubbio.
A ogni modo, in sede di esame del disegno di legge di conversione del decreto legge, è stato approvato dalle Commissioni Finanze e Industria del Senato, un emendamento che estende la detrazione fiscale del 50 per cento sulle spese per l’acquisto di mobili anche agli elettrodomestici da incasso. Se approvato, non solo saranno prorogate le detrazioni fiscali del 50 per cento per le ristrutturazioni e del 65 per cento per la riqualificazione energetica, ma anche per gli elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ sarà possibile applicare il bonus mobili.
Occorre fare due specificazioni. Le agevolazioni fiscali sono legate alla ristrutturazione di una casa e sono soggette alle stesse procedure ovvero è indispensabile che la spesa risulti tramite un bonifico tracciabile, con causale, codici fiscali di chi paga e di chi vene pagato o partita Iva, e che sia effettuata fra il primo luglio e il 31 dicembre 2013. In seconda battuta, nel testo del decreto non viene specificato con chiarezza se gli sconti sono applicabili a una sola casa, ma gli addetti ai lavori propendono per l’estensione a più abitazioni, purché ristrutturate. E se ad acquistare mobili sono due coniugi, la somma massima che può godere del bonus resta sempre di diecimila euro.
Non si tratta di una novità assoluta. Già nel 2009 era stato emanato un provvedimento simile che, oltre ai mobili, prevedeva sconti anche per alcune tipologie di elettrodomestici, computer e televisioni. Ma quale sarà, questa volta, l’impatto occupazionale delle agevolazioni fiscali per l’acquisto di mobili? Stando alle previsioni si saranno salvati circa ottomila posti.
Viene da chiedersi come abbia fatto lo Stato a trovare la copertura finanziaria per queste manovre sulle quali, va specificato, è destinato a lungo termine a guadagnarci. Ebbene, è stato possibile togliendo dal 2014 l’Iva agevolata a due beni apparentemente secondari ma molto diffusi: quella sugli allegati ai quotidiani e ad altri prodotti editoriali salirà dal 4 al 21 per cento (gettito previsto 125 milioni l’anno) mentre quella sulla somministrazione di alimenti e bevande con distributori automatici passerà dall’attuale 4 al 10 per cento (104 milioni l’anno).