=======> IL PRIMO <=======
CHIUDI IL CONTO CON LA GUERRA
ITALIA. L’ultimo numero dell’anno è dedicato, come da tradizione, alle BANCHE ARMATE cioè alle banche che finanziano il mercato delle armi. L’elenco è a disposizione di tutti perché esiste una legge (la 185 del 1990) che obbliga il governo a rendere pubblici i dati sul finanziamento e il commercio delle armi. Tuttavia la lista pubblicata è parziale per due motivi. Riguarda solo le operazioni ufficiali cioè autorizzate dal governo. Nulla sappiamo di operazioni non ufficiali se, come è possibile, ce ne sono. Nella lista compaiono solo i nomi di grandi gruppi bancari che, in anni recenti, hanno monopolizzato il mercato acquisendo molte banche minori o locali. Se la tua banca non c’è, verifica a quale gruppo appartiene e, se è il caso, dille di smettere.
Certo, è tutto legale. Le armi si vendono perché c’è un mercato. C’è un mercato per le pellicce, per i concimi chimici, per i detersivi inquinanti, per gli animali destinati alla vivisezione. Tutto legale. Le banche fanno il loro mestiere, niente di strano. Ma non vogliamo che i soldi dei nostri conti vadano a finanziare il commercio di armi. Se lo fa, la cambio. Se lo facciamo in tanti, forse alla banca non converrebbe finanziare la guerra. Non trovi?
INFO: www.banchearmate.it www.governo.it
****************************************************
Per evitare il furto di email da parte dei programmi spam la “@” negli indirizzi è sostituita da “ AT ”.
****************************************************
<===L’=A=P=P=U=N=T=A=L=A=P=I=S=== n. 581 (me 25 dic 13) ===
****************************************************
La pace non è un sogno: può diventare realtà
Nelson Mandela
****************************************************
TAGLI PER TUTTI, NON PER LA DIFESA (E L’ATTACCO)
La situazione è come sempre imbarazzante: aerei, elicotteri, navi, blindati, artiglieria, bombe, missili, siluri, fucili, munizioni e armi chimiche antisommossa per una spesa complessiva di quasi 3 miliardi di euro. Anche il governo Monti non ha badato a spese nel business delle armi autorizzando contratti di vendita a nove zeri.
A fornire intermediazione finanziaria sono le banche, che su tali operazioni lucrano grossi profitti. Nel 2012 la quasi totalità delle esportazioni (81%) è stato negoziato da tre istituti bancari: la succursale italiana di Bnp Paribas, con intermediazioni per quasi un miliardo di euro, Deutsche Bank con 740 milioni e Unicredit con 540 milioni. Seguono Barclays, Bnl, Carispezia e una sfilza di altri istituti piccoli e grandi che si spartiscono le briciole, comunque milionarie, di questa torta.
E non è tutto. Secondo la legge 185 del 1990, che regola l’export militare italiano, le aziende italiane non possono fare affari con paesi in conflitto o in cui siano accertate gravi violazioni dei diritti umani o la cui spesa miliare è eccessiva rispetto a quella sociale. Ma la lista delle nazioni con cui l’industria bellica tricolore continua a firmare contratti non sembra rispettare tali criteri. Al primo posto c’è Israele, seguito dagli Stati Uniti, dal regime algerino di Bouteflika, dalla dittatura monopartitica del Turkmenistan e dalla monarchia autoritaria degli emiri arabi. L’elenco prosegue con paesi come l’India, militarmente impegnata sia in Kashmir che contro la guerriglia naxalita; il Ciad, nazione poverissima con un esercito che arruola ancora bambini-soldato e destabilizzata da ribellioni armate; la Turchia, in eterno conflitto con gli indipendentismi curdi; l’Arabia Saudita, monarchia autoritaria e irrispettosa dei diritti umani fondamentali; il Pakistan, in guerra aperta con i talebani locali; la Libia, dove continuano i combattimenti tra fazioni; la Thailandia, impegnata nel conflitto contro gli indipendentisti musulmani; l’Afghanistan, dove in guerra ci siamo anche noi.
(fonte: Il Fatto Quotidiano)
ELENCO BANCHE ARMATE 2012
e valore delle operazioni autorizzate agli istituti di credito per l’esportazione di armamenti
BNP Paribas Succursale Italia: 941.816.891,28 (quasi un miliardo di euro!)
Deutsche Bank: 742.961.240,86
Unicredit: 540.823.122,44
Barclays Bank PLC: 232.610.843,53
Banca Nazionale del Lavoro: 108.466.433,48
Cassa di Risparmio della Spezia: 68.507.251,19
Commerzbank: 32.428.918,30
Société Générale: 16.763.944,00
Banco di Sardegna: 14.925.595,37
Europe Arab Bank PLC: 13.753.370,00
Banco Bilbao Vizcaya: 11.617.885,05
Banca Valsabbina: 11.255.122,00
Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio: 6.954.309,28
Banca Carige (Cassa di Risparmio di Genova e Imperia): 5.478.617,74
Natixis: 5.253.432,00
Banco di San Giorgio: 3.402.923,23
Banco di Brescia: 2.142.300,07
Credicoop Cernusco sul Naviglio: 1.569.038,00
Banca Popolare dell’Emilia Romagna: 207.902,00
Cassa di Risparmio Parma e Piacenza: 164.386,50
Banca Popolare Friuladria: 92.505,29
Credito Cooperativo Valdinievole: 17.300,00
TOTALE: 2.761.213.331,63
Fonte: Relazione 2012 Ministero dell’Economia e delle Finanze
INFO: www.banchearmate.it www.governo.it
=======> L’APPUNTALAPIS settimanale!
Telefoni: 0583-356182, -96
Redazione, segnalazioni di incontri, manifestazioni, corsi:
*** annunci AT traterraecielo.it
*** Specificare nell’oggetto dell’email: data, luogo e tema dell’appuntamento. Nel testo specificare sempre costi, orari, possibilità di alloggio e tutti i dettagli utili per partecipare. Gli appuntamenti segnalati sono a pagamento, oppure scelti dalla redazione se gratuiti e non commerciali.
Lettere alla VERANDA: veranda AT traterraecielo.it
Facebook: diventa fan qui: www.facebook.com/TraTerraeCielo
L’APPUNTALAPIS è supplemento fatto di elettroni al mensile Tra Terra e Cielo fatto di carta. Iscritto al ROC al n. 1103, al tribunale di Lucca al n. 398/85. Direttore responsabile Gianluca Testa.
Questo numero è inviato a 15.337 utenti registrati.
Gli indirizzi inattivi e le caselle piene vengono CANCELLATI automaticamente dal sistema. Grazie per la collaborazione.
QUESTO NUMERO, e i precedenti, sono disponibili, dal martedì sera precedente l’uscita, su: www.traterraecielo.it
—————————————-
Annunci e appuntamenti tornano regolarmente con il prossimo numero di
mercoledì 1 gennaio. Buon anno.
La Redazione