Papà, butta le chiavi dell’auto: siamo nati per camminare

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Papà, butta le chiavi dell’auto: siamo nati per camminare

Diceva Bruce Chatwin: “E se i bambini non sopportano di star fermi, come ci sarà possibile, più tardi, fermarci?“. Già, perché il camminare è la più antica attività dell’uomo. Per ciascuno di noi i primi passi sono stati una conquista: quasi senza che ne accorgiamo, quello che impariamo da piccoli non lo scordiamo più. Camminare è un’abitudine salutare e piacevole che consente ai bambini, un passo alla volta, di guadagnare autonomia e di sperimentare un grande senso di libertà. Mentre si cammina si osservano le piccole cose, si conosce il proprio quartiere e la città, si imparano le regole della strada, si parla e si pensa seguendo il ritmo lento dei propri passi, si impara che l’ambiente è un bene comune da tutelare e rispettare.

Tutto così semplice, naturale e salutare da essere sistematicamente trascurato e sottovalutato. E qui entra in gioco Genitori Antismog, l’associazione che da dieci anni si batte per migliorare le condizioni ambientali della città. Lo fa con Siamo Nati per Camminare, iniziativa annuale per le scuole pensata per la promozione dell’uso dei mezzi alternativi all’auto privata per i percorsi casa scuola. E a dimostrazione del terreno fertile ci sono gli oltre 22.900 bambini di 78 scuole primarie milanesi che, ci raccontano gli organizzatori, hanno deciso di prendere parte all’edizione numero sei. Per una settimana sono andati a scuola a piedi: «Quello che si impara da bambini non si scorda mai ed è inutile chiedere strade più sicure per pedoni e ciclisti dall’abitacolo di un’automobile».

I piccoli camminatori, accompagnati dallo slogan “vediamo così che voi grande non potreste neanche immaginare“, sono usciti di casa dopo aver inforcato dei superocchiali in cartoncino perché «a noi interessa lo sguardo dei bambini sulla città», quello vero «non digitale» e quello dell’immaginazione su «ciò vorrebbero vedere, nelle strade della città». E poi, camminare la mattina per portare i figli a scuola significa provare a fare un sacco di cose divertenti, come marciare e ballare. Naturalmente anche i genitori.

Quindi cosa fa una mamma antismog per difendere i propri figli? «Sembrerà strano – spiega Francisca Parrino, mamma antismog – ma non fa proprio nulla di particolare perché non c’è modo di difendersi dall’aria che respiriamo». Poi aggiunge: «Vivo a Milano da quando sono nata. Ho un figlio, una vita sociale normale, vado al cinema, faccio la spesa per tutta la famiglia e riesco persino a fare shopping, a dispetto di quanto credono i commercianti, senza possedere una macchina. Per i weekend fuoriporta usiamo il car sharing e per la città solo mezzi pubblici, bicicletta, piedi e talvolta il taxi».

E a proposito di chi è nato per camminare, viene in mente chi ha scelto il fare il mestiere di guide ambientali. Mestiere, non professione, perché a differenza di altri lavori, questa è un’occupazione in cui ci si sporca le mani. Le guide ambientali sono come gli artigiani di un tempo, quelli che rendevano unico ogni pezzo che usciva dalle mani. Quelli così bravi da rendere riconoscibili le loro creazioni con una semplice occhiata. Ecco, per le guide vale lo stesso ragionamento. Ogni viaggio con ciascuna di loro è un’esperienza sempre nuova. Perfino uno stesso percorso, da un anno all’altro, ha un sapore differente: camminare per credere. Non è un caso che sempre più camminatori decidano di partire non più sulla base delle due classiche componenti, il periodo e la meta, ma anche della guida che accompagna il gruppo.

Eppure, a sentirli parlare, quello di guida è uno stile di vita. Per Nino Guidi, per esempio, toscano doc, la «condivisione delle emozioni» è stata la molla che lo ha spinto a indossare le scarpe da trekking e a mettersi lo zaino sulle spalle. E quando Michele Colombini ci racconta di «sguardi che dominano l’orizzonte» mette al centro il cuore prima ancora delle gambe e in fin dei conti non fa altro che ripetere con parole diverse lo stesso concetto di Nino.

Per Federica Amaducci, prendere lo zaino e partire è la sua libertà assoluta. Come dire, parafrasando Fellini, non si interrompe un’emozione. Elisa Bozzi, che propone la novità dei trekking a cavallo, rilancia: «Viaggiare al fianco dei cavalli aggiunge nuove emozioni a quelle già grandi che regala la montagna. Condividere il viaggio con i cavalli è un privilegio: la loro sensibilità e sapienza svelano realtà sconosciute all’uomo e ci rendono più consapevoli della natura che attraversiamo».


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