Contro ogni previsione dei notabili di corte, un uomo ottiene dal re l’autorizzazione di utilizzare una sua caravella per andare alla ricerca di un’isola sconosciuta, non ancora mappata in nessuna carta. Alla sua ricerca si unisce un’umile donna, la donna delle pulizie del Palazzo del re, che a poco a poco si rende indispensabile nel governare la barca alla rada nel porto. Schiacciato dalla burocrazia, dall’arbitrarietà, dal potere e dal disprezzo, il protagonista diventa consapevole che per trovare la propria identità deve vivere tra la realtà e il sogno. Ma alla fine forse è proprio la dimensione onirica a rappresentare la vera via per raggiungere la felicità. E sarà una felicità a due. Il racconto dell’isola sconosciuta di Josè Saramago, scritto in maniera deliziosa, può essere letto come una introduzione alla sua opera. Nuova versione, edizioni Feltrinelli, 48 pagine, euro 10.
«Ma voglio trovare l’isola sconosciuta, voglio sapere chi sono quando ci sarò». «Se non esci da te stesso, non puoi sapere chi sei». Così Josè Saramago nel suo “Il racconto dell’isola sconosciuta”. Il grande scrittore, drammaturgo, poeta, critico letterario portoghese scomparso nel 2010 ricevette nel 1998 il Premio Nobel per la Letteratura con questa motivazione: «Perché con parabole, sostenute dall’immaginazione, dalla compassione e dall’ironia, ci permette di conoscere realtà difficili da interpretare». Del discorso che tenne alla consegna del premio, famoso è l’incipit: «L’uomo più saggio ch’io abbia mai conosciuto non era in grado né di leggere né di scrivere», disse Saramago riferendosi a suo nonno.