Cosa accade quando si lascia temporaneamente il mondo organizzato dall’uomo per affidarsi ai suggerimenti, visibili e invisibili, offerti dalla natura stessa? La riflessione e i racconti di un esperto che nelle sue avventure ha cercato la via in territori selvaggi e solitari. Franco Michieli è geografo, esploratore di montagne, guida e giornalista-scrittore. Ha imparato a muoversi sulla terra orientandosi senza tecnologie, come gli animali migratori.
Perdersi, o deviare rispetto a un percorso sperimentato,è la tecnica utilizzata dalla natura per evolversi. Anche in campo culturale molte novità e scoperte avvengono perché deviando da una tradizione ci si imbatte per caso in qualcosa di nuovo che si rivela interessante. Cristoforo Colombo ha trovato l’America mentre cercava l’Asia. Fin dalle sue prime traversate in montagna, Franco Michieli ha scoperto che accettare un mondo in cui ci si può perdere e dove si può finire su una strada imprevista e sconosciuta è un buon modo per rinnovarsi.
Andare in natura è il modo più universale, a portata di mano, per distogliersi saltuariamente da troppe false sicurezze e vie prestabilite e mettere alla prova di persona il comportamento del mondo. In realtà, finché seguiamo itinerari preconfezionati o ben segnalati, non abbiamo modo di sapere cosa accadrebbe se la via la cercassimo leggendo la sola natura. Tutto cambia se teniamo la rotta interpretando le forme del territorio così come ci si presentano, osservando i movimenti apparenti del sole e della luna, decifrando il reticolo fluviale, navigando nella nebbia secondo la direzione del vento, e molto altro.
Questo piccolo saggio non indaga solo come recuperare le capacità naturali di orientamento dei nostri antenati, ma anche la dimensione spirituale che nasce da questa straordinaria e dimenticata esperienza. La vocazione di perdersi. Piccolo saggio su come le vie trovano i viandanti, Ediciclo Editore, anno 2015, pagine 96, euro 8,50.