Caro Stefano,
ॐ नमः शिवाय, Aum Namah Shivaya.
Una panda verde: il nostro primo incontro, tra il verde del Campo Monti. Poi io e Giorgio abbiamo ridacchiato di te, perché ci sembravi un pivello, mentre montavi la tenda.
Poi attorno al fuoco, a notte inoltrata, tra i pochi rimasti. La brace pare viva e le stelle pulsano con più forza. Ogni tanto il tuo bastone rompe il silenzio, rimestando tra il fuoco. Il vento tra le foglie ci ricorda del bosco che ci circonda, ma la radura è vicina al cielo. Che bello! Noi lo vediamo. Aum Namah Shivaya.
Poi la cucina, la musica indiana, l’incenso. E l’accento fiorentino! Inizia la lezione di cucina, alò!
A-lò!
Poi c’è il tempo per una birra e Battisti a tutto volume, per l’ignoranza del profondo. Mi ritorni in mente, bella come sei forse ancor di più, uh uh uh.
La mattina serve una bella bottiglia piena di… E la sera il dentifricio Ayurveda.
Poi riposiamo tra i faggi delle Apuane, Shiva shankara he mahesh, vagando randagi tra i monti. La motosega non ti piace granché, però affilare ogni dente è un esercizio zen.
Poi siamo in Grecia a fare palline d’argilla. Una follia dietro l’altra. Però le palline si fanno, eccome! Sotto il sole. Di notte non ti lascio dormire aprendoti la tenda (che poi è la tenda di quel pazzo di … Alex),. Poi su bus-bus-bus fino a Monte Athos, vogliamo entrare, ma non ci lasciano entrare. Ci ammaliamo tutti, stramazziamo in campeggio (sarà stata l’acqua?). Bus-bus fino alle meteore, dove incontriamo un pazzo (questa volta davvero pazzo), un greco che parla italiano e ha insegnato filosofia a Venezia. Quando arriviamo sta mettendo acqua nel motore con una bottiglia, ma chiude subito il cofano dicendo che ci vuole portare in auto in cima alle meteore. Partiamo. L’auto fa un rumore pazzesco e va lentissima. La strada sale. Si sente un gran odore di bruciato, esce del fumo nero da dietro e davanti, ma il greco continua a sproloquiare con mia madre di quando insegnava filosofia, bla bla bla, Venezia qui Venezia la. Per il greco (e anche per mia madre!) pare tutto assolutamente normale, anche quando il rombo della carretta raggiunge le stelle e ormai raggiungiamo un punto di equilibrio: il greco dà gas, ma l’auto resta del tutto immobile di fronte alla pendenza inaffrontabile della strada.
E’ stato uno dei momenti più esilaranti della nostra vita.
Poi tanto, tanto ancora.
Taneda Santoka dice:
Shōji no naka no yuki furishikiru
E cioè:
Nel samsara di vita e morte
nevica senza fine.
Ma soprattutto grazie,
grazie Shiva! Grazie Shiva! Grazie Shiva!
ॐ नमः शिवाय Aum Namah Shivaya
Amerigo Sivelli