La felicità è come un treno senza orario: ne passa uno ogni tanto.
Non puoi prevederne l’arrivo, né sapere quando ripartirà.
Il tuo compito è andare in stazione.
Paolo Crepet
Ancora sul Tempo.
Se nella scorsa newsletter abbiamo parlato dell’ambigua figura del titano Crono, con queste brevi parole introduttive ci soffermiamo invece su una concezione del tempo diametralmente opposta, sicuramente meno conosciuta, in cui perdiamo l’inarrestabile sviluppo lineare e misurabile del tempo, per scoprire la sua dimensione qualitativa.
Stiamo parlando del tempo cairologico, ovvero la capacità di cogliere l’occasione al momento idoneo, di individuare l’attimo giusto per compiere un’azione, l’abilità di individuare il tempo opportuno.
Se Crono è rappresentato come un’inquietante e vorace figura in cui inevitabilmente il futuro si traduce in passato, Kairos è raffigurato in perenne movimento, dotato di ali sulle spalle e sui piedi, calvo su tutta la testa, fatta eccezione per un lungo ciuffo sul davanti che sembra aver come unico scopo quello di essere appunto “acciuffato” al volo.
Se è difficile immettere la parola “cairologico” nel nostro lessico quotidiano, è bene almeno saperne l’esistenza per avere la consapevolezza che non esiste un’unica tipologia di tempo, esiste “il tempo giusto”: c’è il momento in cui cogli l’ispirazione e metti in atto un progetto a cui pensavi da una vita, c’è l’attimo in cui capisci che è quello giusto per baciare una persona, c’è il tempo di abbandonare la propria routine e mettersi in cammino.
La cosa importante non è saper sfoggiare un parolone nuovo, ma è rimanere persone sveglie e attente a cogliere il passaggio fugace e rapido dello sfuggente Kairos, pronte ad agguantargli quel lungo ciuffo biondo.
Carpe diem!