Settimana dal 5/9 al 12/9
Siamo quello che facciamo
di Francesca Torsello
Meditazione guidata, incentrata ad energizzare ogni giorno un diverso aspetto della vita.
È prevista, se gradita e richiesta, un'attività fisica preparatoria di circa 10'.
Condivisione di tematiche, sensazioni, pensieri per poter divenire gruppo anche con l'Anima in comunicazione, ogni giorno di più.
di Laura Conforti
Mettiamoci in cammino per tras-formarci: durante il nostro percorso utilizzeremo tecniche e pratiche in grado di sollecitare e solleticare la nostra energia trasformativa e il nostro potenziale creativo. Lo storytelling, la scrittura autobiografica, la respirazione in coerenza cardiaca, la mindfulness e anche alcuni divertenti esercizi volti ad allenare la competenza della felicità.
di Raffaella Vincenzoni
Ogni giorno giocheremo ad inventarci sole che sorge, seme che germoglia, bocciolo che fiorisce, onda del mare, sorgente che zampilla, utilizzando nel gioco, insieme ai movimenti del corpo, pratiche di Nada Yoga (lo yoga del suono) e di Nei Gong.
di Daniela Pesce
Partiamo la mattina di giovedì dopo colazione verso La Selva dei Briganti.
Una selva talmente fitta e impenetrabile, nella quale è così difficile orientarsi che per decenni è stata il rifugio dei briganti della Tuscia, primo tra tutti il Re del Lamone: Domenico Tiburzi. A metà tra Robin Hood e i banditi, i briganti sono stati gli eroi e la spina nel fianco della maremma laziale per tutto l’800 e parte del ‘900, sfuggendo proprio grazie alla conoscenza del territorio agli arresti.
La selva nasconde al suo interno Rosa Crepante, un vasto ed affascinante anfiteatro di lava (forse un cratere di esplosione generato dall'incontro di lava incandescente con un acquitrino) formato da grossi macigni grigi, sul cui fondo si trova il “Respiro della terra”…che andremo a sentire.
di Jacopo Bargagna
Partiamo la mattina di lunedì dopo colazione dal Villaggio per un'escursione di mezza giornata verso la foce del fiume Fiora, sito di interesse regionale.
Il fiume che nasce dal versante grossetano del Monte Amiata, proprio sotto il pavimento della Chiesa della Madonna della Neve, una chiesa cinquecentesca del paese di Santa Fiora da dove è visibile la sorgente. Il corso d'acqua, dirigendosi verso sud, attraversa l'estremità meridionale della Toscana interessando, oltre al comune di Santa Fiora, i territori di Castell'Azzara, Semproniano, Sorano e quelli di Manciano e Pitigliano tra i quali segna il confine.
Subito dopo, entra nel Lazio interessando i territori comunali di Ischia di Castro e Canino, prima di entrare nella Maremma laziale e attraversare interamente il comune di Montalto di Castro dove, presso Vulci, si trova il celebre Ponte dell'Abbadia che, secondo una leggenda, venne costruito in una sola notte dal Diavolo.
di Vittorio Calogero
La via della longevità non è lastricata di pillole miracolose e di interventi di chirurgia plastica, ma è un percorso che costruiamo con uno stile di vita sano, prendendoci cura di noi stessi con allegria, amore, gratitudine e rispetto per il meraviglioso dono che abbiamo ricevuto dalla natura.
Le basi di un’esistenza lunga e in salute sono l’alimentazione, il movimento e una ricca vita interiore.
PROGRAMMA:
1° giorno: la longevità non è un mito né un’utopia. La longevità non è una ricetta ma una continua ricerca.
2° giorno: importanza della prevenzione. Se volete vivere a lungo è meglio iniziare da giovani
3° giorno: salute e longevità: non è solo questione di geni: invecchiare in buona salute dipende da fattori controllabili
4° giorno: invecchiare bene è una cosa che si può imparare. Non basta credere. Bisogna sperimentare. Esperienze vissute in giro per il mondo. In Italia visita a Bivongi (R.C) Il borgo della longevita, cosa è la dieta mediterranea?
5° giorno: siamo quello che mangiamo! Non si tratta di solo cibo, ma di aria, movimento, emozioni, esperienze ecc.
6° giorno: Conclusioni. Sono convinto che per godere di una vita sana, attiva e longeva dobbiamo impegnarci a coltivare i nostri interessi, esercitare il corpo e la mente, mantenere vivo l’entusiasmo e lo spirito creativo, il nostro senso critico ed anticonformista. Aiutiamoci a vicenda a coltivare
le proprie capacità fisiche, mentali e spirituali, per godere con serenità e gioia una vita sana e longeva.
di Donatella Rapuano
Entrare in contatto con una sensazione, un pensiero, un'emozione, e sentirne le radici, il suono, lo spazio dentro e fuori di noi mentre si traduce in movimento ed anima il nostro corpo: questo significa essere integri, sentirsi, aprirsi alla relazione con se stessi, con gli altri, con il mondo:
Giocare con la forza coreutica della Danza Popolare, apprendendo il significato del suo linguaggio (lo sguardo, i simboli, il gesto, i segni);
Sentire, esplorare, portare a coscienza ed esprimere i sentimenti e le tracce di storia personale che abitano la nostra materia, utilizzando il movimento e la gestualità;
Sviluppare la creatività danzante e la comunicazione non verbale;
Avvicinarsi alla Danza come esperienza terapeutica; mezzo educativo ed espressivo soprattutto per quelle persone "diversamente abili" o particolarmente timide; scoprendo un'opportunità di esprimersi creativamente;
Considerare nella sua autenticità il "fenomeno del Ritmo Popolare", con lo sguardo rivolto alle nuove realtà e alle recenti contaminazioni "urbane" . . .
"Ci è taranta lassala ballare, ci è malinconia cacciala fore" (pizzica tradizionale).
Da secoli la PIZZICA è il ballo che libera dal dolore, dall'angoscia, dall'ansia. È il ballo della rinascita, della gioia di sentire il proprio corpo che guarisce attraverso la musica. Il ritmo del tamburello costringe il corpo a reagire d'istinto muovendosi con energia, battendo a tempo i piedi, girando su se stessi fino a che il ritmo gioioso del ballo non penetra fino al cuore.
La capacità di TRASFORMARE il DOLORE in GIOIA, ATTRAVERSO il RITMO del BALLO!
La PIZZICA nasce come un ballo di guarigione per la tristezza, l'apatia, lo stress.
Si può ballare da soli o in coppia, ma sempre in gruppo, perché la PIZZICA è condivisione, e i testi dei canti della PIZZICA raccontano le gioie e i dolori comuni a ogni essere umano: quelli dell'amore.
Si dice che chi balla la PIZZICA impara a camminare come se ballasse, perché la PIZZICA rende elegante e leggera la postura, ma soprattutto perché insegna qualcosa che ognuno di noi porta con sé in ogni istante della propria vita: la capacità di trasformare il dolore in gioia attraverso il ritmo del ballo.