L’odore subito ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere; non ci sono parole, né notizie più precise di quelle che riceve il naso.
Italo Calvino
Tra tutti i sensi in nostro possesso quello forse più bistrattato e considerato meno utile, nell’accezione comune, è l’olfatto. Se la vista detiene il primo posto e l’udito è messo continuamente sotto stimolo tra cuffie, traffico, musica in ogni dove, assenza di silenzio… Anche il tatto, nell’epoca del touchscreen ha avuto una sua potente rivalsa. Per non parlare del gusto osannato dai contest di cuochi e cuoche alla ribalta.
E l’olfatto? Certo, è pronto a intervenire se i nostri recettori entrano in contatto con un buon odore di pane sfornato o se si imbattono in una rivoltante puzza di fogna…Ma poi apparentemente ci può sembrare che torni a essere un senso sopito. Mica vorremmo considerarlo al pari di quello dei cani per esempio?
In realtà ci sbagliamo: il nostro olfatto c’è sempre e non ci lascia mai, ma spesso non abbiamo la consapevolezza del suo utilizzo.
Probabilmente è il più enigmatico dei sensi in quanto è quello che agisce più profondamente nell’inconscio. L’olfatto ci proietta lontano da noi (“da qualche parte ci deve essere un incendio” quando sentiamo odore di bruciato pur non vedendo il fumo) o dentro di noi (quando mangiamo sapori e odori si fondono irrimediabilmente).
L’olfatto ci fa viaggiare più facilmente rispetto agli altri quattro ‘compari’ nel tempo e nella memoria dei nostri ricordi, e spesso è legato alla nostra sfera più emotiva… da non sopportare più l’odore di quel cibo che ci ha fatto star così male quella volta, a cambiare subito umore al solo sentire quel profumo che ci ricorda tanto una persona cara. L’olfatto è a stretto contatto con l’aria che respiriamo, ovvero con la vita e l’esistenza.
Far interagire in equilibrio e in piena consapevolezza tutti i nostri sensi non è cosa da poco, ma riuscire a farlo può aumentare il nostro benessere fisico e mentale.
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