Andrea Biggio alla vacanza mate TTC dal 21 al 28 luglio
Ho imparato, seguendo maestri, insegnanti, scuole, letteratura specifica e, non ultime, le mie tendenze eretiche e idee anticonformiste, che i principi della macrobiotica sono davvero geniali e ci aiutano tantissimo. Mi sento comunque un eretico. Per me, infatti, esiste una fase macrobiotica più stretta per aiutare le persone ad affrontare disturbi e malattie, ma poi – quando si sta sufficientemente in equilibrio – si può tornare a mangiare quasi tutto, ma non tutti i giorni! In altri termini ci si potrà gestire tra l’ordinario quotidiano e: il saltuario, l’occasionale, l’infrequente, il periodico, perché si vive comunque in questo mondo.
C’è un periodo di transizione, quando inizia il cambiamento alimentare, in cui non bisogna pensare a eliminare subito ciò che si scopre non andar bene come quotidianità. Non si può subito praticare in termini di yin-yang. Non è con divieti e limitazioni che si mangia. Bisogna cominciare a introdurre cibi più centrati in termini di cereali integrali, legumi e verdure, scoprendo così con gusto il piatto base del nostro modello alimentare. Essi, con il tempo, e sempre pensando anche al piacere del cibo, oltre che alla salute, scalzeranno dolcemente e senza traumi dietologici le vecchie abitudini sbagliate. Per questo, servono esperienze di corsi di cucina, frequentazioni di ristoranti macrobiotici, amici che già praticano, letteratura specifica e … vacanze Tra Terra e Cielo. Poi, possibilmente, grandi scuole. Ma ci vuole tempo e perseveranza e iniziare con poco, accontentandosi della propria pazienza.
René Levy mi raccontò che quando conobbe Ohsawa e questi gli strinse la mano per la prima volta, gliela trovò bagnaticcia di sudore. In quell’occasione Ohsawa gli segnalò che nel suo corpo c’era troppa acqua, troppa umidità, la quale tentava di uscire in ogni modo anche attraverso il sudore delle mani. René ne rimase colpito e così cominciò a interessarsi alla macrobiotica. La cucina macrobiotica è, infatti, uso della masticazione e insalivazione per la trasformazione dell’alimento; uso della pressione, del sale, del calore, del tempo e della quantità d’acqua per rendere più concentrata o più leggera l’energia nella preparazione del cibo allo scopo di neutralizzarne il contenuto in eccesso di acidità e liquidi. Sia di adulti sia di bambini, in forme diverse.
Andrea Biggio (tendenze eretiche e idee anticonformiste)