Al cinema con lo zaino | Film per iniziare a viaggiare a piedi

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Al cinema con lo zaino | Film per iniziare a viaggiare a piedi

Cinema e cammino sono amanti. Non sono ancora marito e moglie e forse non lo diventeranno mai. Il rapporto si basa su improvvise e irresitibili passioni e lunghe pause in cui i due si osservano e cercano altre strade, sapendo che comunque arriverà un nuovo momento per offrirsi a vicenda. Di film ispirati da luoghi esotici, metropoli sovraffollate, traversate di oceani e avventure nei deserti, sono piene le sale cinematografiche. Ma pochi riescono a cogliere l’essenza del viaggio. E fra questi, sono ancora di meno le pellicole capaci di catturare e trasmettere i ritmi e le sensazioni di un viaggio a piedi. Ma qualcosa c’è: proviamo a fornire un primo elenco ragionato.

 


TRACKS – ATTRAVERSO IL DESERTO (2013)
di John Curran



Tracks racconta la storia vera di Robyn Davidson, una giovane donna che lascia la comoda vita di città per affrontare un viaggio in solitaria attraverso 3.000 chilometri di deserto australiano. Accompagnata solo dal suo cane Diggity e da quattro recalcitranti cammelli, Robyn parte alla scoperta di se stessa. Lungo la strada, incontra il fotografo del National Geographic Rick Smolan, che documenterà il suo epico viaggio.

L’interpretazione dell’attrice è carnale, cruenta ma silenziosa quasi a focalizzare il contrasto interiore che la dilania: la voglia di libertà  nonostante  i ricordi e gli incubi la tormentino nel suo lungo cammino.

Il film ci regala una scena bellissima: il corpo nudo di Mia Wasikoswka, unico oggetto animato nel totale silenzio e vuoto del deserto, un corpo privo di nitidezza, sfocato, a causa dell’effetto ottico dovuto al gran calore auatraliano. E in questa immagine lo spettatore si perde, sente il totale senso di solitudine dell’essere umano. Il viaggio introspettivo.

LA CITAZIONE
Mi piace pensare che una persona qualunque sia capace di una qualsiasi cosa“.

 

 WILD (2014)
di Jean-Marc Vallée


Comprate uno zaino a tre piani, riempitelo con tutto quello che può essere utile per sopravvivere mesi nel deserto e tra le montagne del Sierra Nevada. Godetevi l’ultima notte di pace e di comodità in un caldo e soffice letto di un motel. La mattina seguente caricatevi lo zaino sulle spalle e iniziate a camminare. In Wild di Jean-Marc Vallée siamo nel selvaggio Pacific Crest Trail, il sentiero che dal confine con il Messico porta fino al Canada.

La protagonista Reese Witherspoon ha perso tutto quello che amava e ne intraprende il viaggio in solitudine, sprofondata nel suo dolore, pronta forse a cambiare pelle, a trovare un motivo per andare avanti. Qui l’attrice è alla prova più difficile della sua carriera. Questo film è consigliato non soltanto a chi si ritrova a un bivio.

Manca però una maniera personale di affrontare la natura, perché la protagonista è immersa più nelle stagioni che nei luoghi, sorvola le particolarità degli ambienti e gli unici paesaggi visibili sono proposti nelle maniere più convenzionali.

LA CITAZIONE
“Sapevo solo che non c’era più bisogno di afferrare tutto a mani nude, che lasciar scorrere l’acqua del fiume era sufficiente, che era tutto. La mia vita come ogni vita: misteriosa, irripetibile e sacra… così vicina, così presente, così pienamente mia”.

 

TIMBUKTU (2014)
di Abderrahmane Sissako

 

Dopo aver incantato il festival di Cannes ed essere stato dichiarato dai critici francesi il miglior film dell’anno, Timbuktu ha perfino provato a vincere l’Oscar 2015 come miglior film straniero. Dietro la macchina da presa c’è Abderrahmane Sissako, mauritano, 63 anni, uno dei massimi intellettuali del Continente Nero.

Non lontano da Timbuktu le persone soffrono sottomesse al regime di terrore imposto dai jihadisti determinati a controllare le loro vite. Musica, risate, sigarette e il calcio sono stati vietati. Le donne sono state obbligate a mettere il velo ma conservano la propria dignità. Ogni giorno una nuova corte improvvisata emette tragiche e assurde sentenze. Ma c’è un’ironia di fondo che tira in mezzo gli jihadisti che condannano il tabacco, ma si appartano in mezzo alle dune per fumarsi una sigaretta, che condannano a morte i fornicatori, però non disdegnano di desiderare la donna d’altri.

Non è un film anti-islamico e il discorso che l’imam locale fa al neofita jihadista ne costituisce la prova più evidente. È piuttosto un grido di allarme lanciato a un Occidente spesso distratto (salvo quando si presentino episodi mediaticamente rilevanti) e incline a pensare che in fondo l’integralismo sia una rivolta contro i secoli di colonialismo e che nasca dall’interno delle varie realtà nazionali.

Gli attori sono in maggioranza non professionisti. Tutto da guardare.

LA CITAZIONE
“Fermatevi, danneggiate l’Islam e i musulmani”.

 

 

BASILICATA COAST TO COAST (2010)
di Rocco Papaleo

 

Commedia musicale-picaresca che mette in scena il viaggio da una costa all’altra della Basilicata intpreso da una manciata di artisti-camminatori. La visione è consigliata a chi non ha mai viaggiato a piedi. I ritmi lenti, le diversità nel gruppo e gli imprevisti fanno parte di ogni viaggio che possa definirsi tale.

Rocco Papaleo mette in scena la progressiva conoscenza di una realtà antropologica e culturale troppo spesso ignorata, attraverso un viaggio e un’esperienza che indaga il cuore del Sud e lo comprende dentro una commedia di innegabile simpatia. Vuoi per il talento nella descrizione dei luoghi e nella costruzione di un’atmosfera, vuoi per la felicità di alcune caratterizzazioni, ma soprattutto per una profonda sincerità che deriva da premesse chiaramente autobiografiche.

Alla luce piena di un sole che sta “di fronte” a loro e dentro alla vitalistica solarità di una cornice senza ombre, i quattro protagonisti escono da loro stessi e crescono nel viaggio, procedendo verso il finale e il mare Ionio, verso un ritmo altro e una musica altra, che pervade il film dall’inizio, risolvendosi in un concerto alla luna e in una gioiosa rinascita.

LA CITAZIONE
“La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi”.
(Nicola Palmieri, interpretato da Rocco Papaleo)

 

 

CAMMINA CAMMINA (1986)
di Ermanno Olmi

Rivisitazione della storia dei Re Magi che seguendo una stella si mettono in viaggio alla ricerca del Salvatore. I tre, insieme a molti abitanti della città, si mettono in viaggio per rendergli omaggio e consegnargli i doni affidatigli dal re. Nel lungo cammino, che non tutti riusciranno a portare a termine, si uniranno altre due carovane. Perché vederlo? Anche se ambientato in Palestina, è stato girato in Toscana, a Volterra, su quelle dolci colline famose in tutto il mondo, sulle Alpi Apuane e in Maremma, dando largo spazio ai dialettali locali. Metafora ambiziosa sul cammino dell’umanità verso la salvezza

LA CITAZIONE
“Il viaggio non finisce mai”.
(Un pellegrino in cammino)

 

 

 

INTO THE WILD (1997)
di Sean Penn

Basato sul romanzo di Jon Krakauer “Nelle terre estreme”, è un vero e proprio inno alla vita. Viene raccontata la storia vera di Christopher McCandless, un giovane benestante che rinuncia a tutte le sue sicurezze materiali per immergersi all’interno della natura selvaggia. Intraprende un lungo viaggio di due anni attraverso gli Stati Uniti fino a raggiungere le terre sconfinate dell’Alaska. Impossibile non emozionarsi.

Il film ha una valenza politica nonostante non sia l’intento di base. Alle volte, si trasforma in un vero e proprio atto di fede il cui credo fugge da tutto ciò che è religioso in senso stretto per trovare sfogo in una dimensione che è solo e unicamente personale. Tutti le persone che Chris incontra lungo il suo peregrinare oltre a colmare un vuoto familiare, fonte di profonde sofferenze, amplificano l’idea di un percorso funzionale a liberarsi da qualsiasi dipendenza da ogni tipo di comfort e privilegio. L’acquisizione della saggezza avviene quasi per osmosi attaverso la spontaneità e la profondità degli incontri fatti.

Si tratta di uno di quei film che cattura la fantasia dal primo all’ultimo minuto per quel desiderio di fuga e di conoscenza di sé che il protagonista cerca nel viaggio.

LA CITAZIONE
“La felicità è reale solo se viene condivisa”.
(Da una appunto manoscritto su uno dei libri di Christopher McCandless)


 

IL CAMMINO PER SANTIAGO (2010)
di Emilio Estevez

 

Ci sono tanti motivi per mettersi in viaggio lungo il cammino di Santiago. Per curiosità o per desiderio di essenzialità, per quell’impagabile sensazione di allontanarsi dalla quotidianità o solo per moda. In questo viaggio di 800 chilometri tra Francia e Spagna raccontato da Emilio Estevez, c’è di mezzo un dramma. Un uomo, Tom di professione oftalmologo, porta a termine il cammino al posto del figlio, morto all’inizio della strada, dopo essersi messo alle spalle il suo zaino. Il pellegrinaggio lo aiuterà a capire la differenza tra “la vita che si vive e quella che si sceglie di vivere”.

Nessuna ricerca esasperata del metafisico, nel testo, e nessuna ricerca sognante o poetica nell’immagine: Estevez sta bene attento a non fare cartoline, nemmeno dei paesaggi più belli; la fotografia si direbbe quasi dimessa e corrisponde al punto di vista di chi sperimenta la fatica ben più della beatitudine estetica.

Come il cammino per il protagonista, il film non fa miracoli e non nasconde le sue debolezze, ma è una visione che merita e commuove, anche grazie agli incontri inaspettati lungo il cammino, il viaggio a piedi.

LA CITAZIONE
“La vita non si sceglie, si vive”.

 

IL VENTO FA IL SUO GIRO (2005)
di Giorgio Diritti

Girato interamente nelle valli occitane del Piemonte, un ex professore decide di trasferirsi con tutta la sua famiglia – una moglie e tre figli – in un paesino di poche anime, sulle montagne, per poter vivere secondo natura. Nella diffidenza generale, Philippe e sua moglie vivono di pastorizia, cercando di raggiungere quel difficile equilibrio con le cose del mondo e con gli anziani abitanti del posto.

Tre aggettivi per descriverlo? Genuino, inaspettato, meraviglioso. Come le anime salve che descrive, uomini in cerca di un senso che l’esistenza stessa allontana ogni giorno di più.

Budget di 480mila euro, attori non professionisti, dialoghi in tre lingue e un tema di grande attualità, il difficile inserimento di uno straniero.

LA CITAZIONE
“Il vento fa il suo giro e ogni cosa prima o poi ritorna”.
(Frase scritta a fine film)

 

 


NEBRASKA (2013)

di Alexander Payne

 


C’è il concetto del viaggiare a piedi al centro del film Nebraska. Ma non nel senso tradizionale del termine ovvero di chi indossa un paio di scarpe da trekking e si mette in cammino. Quanto nella conferma del potere catartico del mettere un passo dietro l’altro. Il road movie porta la firma di Alexander Payne ed è completamente in bianco e nero. Ma proprio questo è il punto di forza: l’anima dei personaggi viene meravigliosamente alla luce così come l’umanità autentica dei personaggi incontrati.

Nebraska è una ballata folk che accomoda allora la bellezza e l’amore, quella di un figlio per il proprio genitore, che prima di lasciare andare torna a guardare dal basso, in una prospettiva infantile e accoccolata ai suoi grandi piedi e al suo piccolo sogno.

Woody Grant è un vecchio padre di famiglia alcolizzato che crede di aver vinto un milione di dollari grazie a un concorso della Mega Sweepstakes Marketing. Decide così di mettersi in viaggio, dal Montana al Nebraska, a piedi. Suo figlio David, dopo vari tentativi di dissuaderlo, decide di accompagnarlo in macchina, lasciandogli credere che il fruttuoso premio sia reale. Lungo il tragitto i due si fermano un paio di giorni nel piccolo villaggio natale di Woody dove, sotto gli occhi del figlio, ripercorre il suo passato. Dopo il viaggio il rapporto esce rafforzato.

LA CITAZIONE
Sii qualcuno“.


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RIFERIMENTI:

 Viaggi a piedi Le Vie dei Canti


Tra Terra e Cielo
Tra Terra e Cielo
Abbiamo la convinzione che il cambiamento del pianeta nasca all’interno di ognuno di noi, dall’attenzione che poniamo al cibo che scegliamo, dalla qualità delle relazioni che intratteniamo con il mondo esterno e con noi stessi/e, dal tipo di benessere che ci doniamo.

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