Solo il rumore dei passi sulla neve fresca. Quassù, tra i boschi imbiancati della Val Canali, dal 20 al 23 febbraio 2014, si rinnova la magia della montagna d’inverno. Le vecchie racchette di neve fatte di corda e legno non ci sono più. Le ciaspole, più leggere e maneggevoli, permettono di muoversi con molta facilità.
Maestose e lunari, le Pale di San Martino sono montagne di corallo sospese imperiosamente a oltre 2.000 metri di altezza, ma che al tramonto sanno arrossire come giovani innamorate. Sono il più esteso gruppo delle Dolomiti, dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Come racconta l’Apt di San Martino di Castrozza, la loro storia geologica è iniziata 300 milioni di anni fa quando in un mare tranquillo e poco profondo enormi colonie di coralli si sono moltiplicate fino a costruire scogliere di oltre mille metri di altezza. Dopo l’emersione, queste barriere coralline furono modellate dagli agenti atmosferici fino a definire le forme aguzze e taglienti che oggi caratterizzano il panorama.
Perché questo nome? Il nome dolomia è un omaggio allo scopritore, il marchese Déodat De Dolomieu, che nel 1788 durante un viaggio in queste montagne scoprì la composizione di doppio carbonato di calcio e magnesio.
Il viaggio? Te lo racconta la guida: “Alloggiati in una comoda, accogliente struttura, ogni giorno andiamo con le ciaspole per boschi e vie innevate nei dintorni e sull’altopiano delle Pale. Le specialità gastronomiche del Trentino e la calda accoglienza della famiglia che gestisce da decenni l’albergo sono un ulteriore invito a provare la montagna, cominciando dalle silenziose Dolomiti, anche d’inverno“.
Due cose da sapere:
il viaggio è a base fissa
non devi portare lo zaino sulle spalle
Lo sai che lo scrittore bellunese Dino Buzzati ha preso ispirazione dall’Altopiano della Rosetta per immaginare i luoghi del suo capolavoro letterario Il deserto dei Tartari?