Asparagi, latte di soia e una mela: così ho salvato il mio fegato

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Asparagi, latte di soia e una mela: così ho salvato il mio fegato

Solo dopo aver lasciato i mesi freddi alle spalle mi sono resa conto di come il mio fegato non svolgesse al meglio il suo lavoro. La causa? Troppe tossine accumulate. Come me ne sono accorta? Gonfiore addominale, senso di pesantezza e stanchezza per buona parte della giornata. Convinta da sempre che il mio primo medico è la tavola e dando una sbirciatina alla medicina tradizionale cinese, dalla fine di aprile a oggi ho aggiustato il mio regime alimentare. Fuori il glutine, dentro riso, miglio, quinoa e grano saraceno. Sempre in primo piano gli alimenti fortemente alcalinizzanti come il limone, abbinati a frutta e ortaggi ricchi di potassio per tamponare gli eccessi di acidità. Più in generale, spazio a cibi, radici, semi, cereali e piante commestibili per favorire la funzionalità del fegato.

LA COLAZIONE. Sono due gli elementi centrali che ho voluto sulla tavola appena sveglia: una tazza di tè verde al limone e uno yogurt magro con frutta fresca e fiocchi di riso. Qualcuno mi ha anche suggerito un rimedio della medicina ayurvedica: bere ogni mattina il succo di un limone diluito in tre dita di acqua calda e coricarsi sul fianco destro, dalla parte del fegato, per una quindicina di minuti. Non ne ho mai sentito bisogno, forse perché il mio fegato in fondo non era conciato così male.

IL PRANZO. L’imperatore della tavola sono stati gli asparagi cotti al vapore conditi con olio extra vergine d’oliva, sale e limone. Nelle foglie e nei germogli ci sono molte sostanze protettive per il fegato. Non sono mancati, seppure con una minore frequenza, carciofi e spinaci. Tra i primi ho alternato con alterna fortuna quinoa con fave e olive e tanto riso integrale. Ho sempre concluso il pasto con una mela o una pera cotta dolcificata con miele d’acacia o di sulla.

LA MERENDA. Amo il latte di soia (e di riso) per cui non ho avuto alcuna difficoltà a berne un po’ di più. Tra l’altro, curiosando tra gli scaffali del supermercato ho notato come l’offerta sia molto più ampia. Il mio preferito? Sono due: la marca del primo inizia per A e finisce per O, quella del secondo inizia per E e finisce per A (non voglio fare pubblicità). Un bicchiere di succo di pompelmo appena spremuto è stata una valida alternativa molto gradita.

LA CENA. Leggera ma con libertà. In genere ho preferito un’insalata di taccole, ravanelli, carote, germogli di soia, semi di sesamo tostati, condita con olio extravergine d’oliva, limone, sale e un pizzico di maggiorana. Mi hanno consigliato il tarassaco: lo proverò.

Come mi sento adesso? Dire trasformata forse è esagerato, ma dormo meglio, mi sveglio riposata e con energia, sono spariti i gonfiori dopo i pasti, la digestione è più regolare e l’alito e meno pesante. Per me può bastare.


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